CdT – Inquinamento luminoso, urge riduzione intelligente

Il Cantone è disposto a impegnarsi in questo senso, in li­nea con le proposte dell’ Ufficio federale dell’ambiente, se ciò non bastasse potrebbe istituire un Regolamento

«Seguire mo le linee-guida del­l’ Ufficio federale dell’ambiente, se questo non dovesse bastare, ela­boreremo un Regolamento can­tonale ». Lo ha sottolineato il diret­tore del Territorio Marco Borra­dori nell’ambito dell’esame della mozione di Francesco «Cick» Ca­valli definita «Applicare le racco­mandazioni dell’ UFAFP per ridur­re le emissioni luminose». L’atto parlamentare, già parzialmente accolto dalla Commissione spe­ciale della pianificazione del terri­torio, ha sollevato da più parti l’esi­genzadi regole adeguate in mate­ria. In questo ambito ha fatto di­scutere l’esperienza pilota del Co­mune di Coldrerio, che ha fissato precisi paletti in nome della tute­la ambientale. «Non si tratta di far ricadere le città nel buio, ma di li­mitare gli eccessi» ha detto elo­quenemente, a nome del PLRT, Corrado Solcà (che è sindaco del Comune del Mendrisiotto). Il Consiglio di Stato deve impegnar­si presso i Comuni per ridurre l’in­quinamento luminoso, ha rimar­cato a sua volta Giuseppe Bill Ari­goni (PS). Secondo Carlo Luigi Caimi (PPD) la luminosità an­drebbe utilizzata facendo dei di­stinguo («in via Besso a Lugano, dalle 24 alle 6, non la toglierei»). Borradori ha esortato a «procede­re per gradi». Il relatore Carlo Le­pori (PS), schematizzando il pro­blema, ha individuato il nocciolo della questione nel pericolo del­l’abbagliamento. Il suo rapporto è stato accolto quasi all’unanimità.

2008-02-19 Corriere del Ticino (pdf)

 

CdT – Cauco spegne le luci e abbassa le lampade

Il Municipio ha deciso di estendere il concetto di risparmio energetico già avviato in passato: così durante la notte un quarto dell’illuminazione pubblica sarà spento

Il Comune di Cauco-Bodio si lancia in una nuova sfida contro l’inquinamento luminoso, unica nel suo genere nelle Valli Mesolcinae Calanca. Ilnuovoconcetto d’illuminazione pubblica si sviluppa sulle direttive proposte dall’ufficio federale dell’energia inerente l’inquinamento luminoso. In questo senso l’ Esecutivo ha optato sulla riduzione delle potenze da 125 W a 70 W su tutti i nuovi impianti luminosi. Con un modesto investimento per portare a termine le necessarie modifiche elettrotecniche nel sistema di comando e di potenza, si rileva anche la diminuzione dei fasci luminosi indiretti verso l’alto. Sarà nel bel mezzo della notte, precisamente tra mezzanotte e le cinque, che rimarranno accese solo il 25% delle lampade disposte nei punti strategici e di primo intervento. I costi complessivi di manutenzione e i consumi diminuiscono di un quarto. Un risparmio voluto nonostante il Comune non debba pagare per l’illuminazione pubblica. Il progetto del blocco notturno, approvato dal Municipio venerdì scorso, è già entrato in funzione nella frazione di Bodio come prima fase sperimentale. Per ragioni tecniche sarà solo nel corso d’inizio aprile che si potrà vedere l’effettiva applicazione del nuovo concetto d’illuminazione pubblica nella fascia sud del comune. Per la zona paese si dovrà attendere almeno la prossima estate.

2008-02-19 Corriere del Ticino Cauco (pdf)

 

Il Caffè – Al buio per risparmiare 5 milioni

coldrerio_3_01Coldrerio fa da apripista nelle sperimentazioni per diminuire i consumi energetici. E il Cantone calcola i possibili guadagni. Comuni attratti dai benefici economici delle luci spente. A livello nazionale una razionalizzazione dell’illuminazione pubblica potrebbe far spendere 80 milioni.

LA NOVITÀ
BELLINZONA – Tra i quattro ed i cinque milioni di franchi all’anno. È il risparmio che si potrebbe realizzare se tutti i Comuni ticinesi seguissero l’esempio di Coldrerio dove il Municipio ha deciso di rinunciare alle illuminazioni pubbliche inutili. La stima è del Dipartimento del territorio, secondo cui il 40 per cento dell’illuminazione è sprecata. E questo semplicemente perché è irradiata, sensa alcun senso, verso il cielo e rimane quindi inutilizzata. Mediamente si consumano annualmente 48 gigawatt per l’illuminazione; venti dei quali, appunto sono semplicemente sprecati. Quindi, considerando un costo medio di venti centesimi al chilowatt, il risparmio oscilla tra i 4 ed i 5 milioni di franchi annui.

A livello nazionale, per contro, considerando che l’illuminazione pubblica assorbe circa l’1,5 per cento dell’energia, gli ambienti ecologisti stimano che passando ad un sistema di illuminazione più efficiente – utilizzando per esempio lampadine a basso consumo così come ha fatto Coldrerio – il consumo energetico potrebbe essere dimezzato, con un risparmio complessivo di 80 milioni di franchi.

La questione finanziaria è però solo un aspetto della problematica. Proprio perché l’aumento dell’illuminazione esterna, soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa, negli ultimi quindici anni è stata quasi esponenziale. Giustificata dalla ricerca quasi esasperata della sicurezza, ma anche dall’ambizione di prolungare la giornata lavorativa. L’illuminazione è diventata così invadente da far parlare di inquinamento luminoso, quello che impedisce di vedere il cielo stellato, ma stravolge pure il bioritmo degli animali notturni. Perciò gli ambientalisti, oltre a preoccuparsi dello spreco di energia elettrica, si inquietano per gli effetti della luce artificiale sugli uccelli migratori, che perderebbero l’orientamento perché non riuscirebbero più ad individuare le stelle.

Coldrerio fa da apripista nelle sperimentazioni per diminuire i consumi energetici. E il Cantone calcola i possibili guadagni
Al buio per risparmiare 5 milioni
Comuni attratti dai benefici economici delle luci spente

Di fatto però, è lo sperpero energetico a preoccupare un po’ tutti. Non per nulla diversi comuni svizzeri hanno deciso di intervenire proprio per limitare l’inquinamento luminoso. In Ticino a precorrere i tempi è stato Coldrerio con un’ordinanza per limitare l’illuminazione esterna. In altri comuni, Lugano, Locarno, Cadenazzo, Taverne-Torricella ai quali si sono recentemente aggiunti Lumino e Capriasca, si sta discutendo cosa fare. L’obbiettivo è essenzialmente quello di illuminare solo ciò che serve – come, per esempio, le strade e gli incroci principali – , evitando così gli sprechi energetici. Secondo il direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori – che ha recentemente presentato le ‘Linee guida cantonali contro l’inquinamento luminoso’ – , in Ticino il 10 per cento del consumo di elettricità è dovuto all’illuminazione pubblica e privata. E secondo gli esperti internazionali, il 40 per cento di questa illuminazione è sprecata perché è irradiata verso il cielo, dove non serve a nessuno, se non ad impedire agli uccelli migratori di individuare la Stella polare portandoli così fuori rotta.
a.c.
A livello nazionale una razionalizzazione dell’illuminazione
pubblica potrebbe far spendere 80 milioni

2008-02-17 Il caffe (pdf)

 

RTSI (Falò) – Dov’è finita la notte ? di Matteo Emery e Giovanna Sganzini

falo_01Si illumina troppo e si illumina male. Eccesso di fari, lampioni, insegne stanno oscurando il cielo. Quello vero, quello disseminato di stelle, sta scomparendo tanto che gli astronomi si sono dovuti spostare in zone sempre più remote.

Ma il problema non si limita alla possibilità di osservare le stelle. L’eccesso di illuminazione notturna ha un’influenza sulla salute dell’uomo e mette a dura prova la vita di diversi animali come alcune specie di pipistrelli a rischio di estinzione e gli uccelli migratori che in genere si spostano la notte. E allora che fare? Regolamentare, in primo luogo perché le norme attuali non ci proteggono a sufficienza dall’inquinamento luminoso e, come gesto simbolico, aderire all’iniziativa lanciata da una trasmissione radiofonica italiana ossia spegnere le luci il 15 febbraio alle 19.00. Tutti insieme per contemplare le stelle.

» il sito di falò

 

CdT – Luci eco-rispettose nelle notti capriaschesi

capriasca_01Il Comune ha chiesto alla Supsi di studiare una nuova illuminazione dei nuclei

Le notti capriaschesi non saranno buie ma rispetteranno le esigenze ambientali, in particolare quelle che si riferiscono all’inquinamento luminoso. Il Municipio ha commissionato alla Supsi un progetto per illuminare i nuclei tenendo in considerazione sia le tematiche ambientali che quelle estetiche di arredo urbano. Il progetto si basa sui dati raccolti l’anno scorso da un gruppo di studenti della regione nei diciassette centri abitati del comprensorio, una specie di catalogo dei diversi tipi di illuminazione attualmente in uso.

Il progetto verrà elaborato dal Dipartimento Ambiente e Costruzioni e Design della Supsi e farà parte del corso «Bachelor» in architettura d’interni per una ventina di studenti. Questi concentreranno le loro proposte d’intervento nei nuclei di Cagiallo e di Sala.

2008-02-09 Corriere del Ticino (pdf)

 

 

LaRegione – Capriasca sotto un’altra luce

capriasca_2_02Inquinamento luminoso, dopo i dati le proposte

Capriasca, sensibile alle problematiche dell’inquinamento luminoso, ha promosso nel 2007 una raccolta dati concernente le diverse tipologie dei fanali disseminati nei diciassette abitati del Comune. Lo studio è stato condotto da un gruppo di studenti della regione.

Si vuole ora promuovere un nuovo concetto di illuminazione dei nuclei rispettoso delle esigenze odierne, della tecnologia disponibile sul mercato e con un’attenzione particolare all’inquinamento luminoso, oggetto di vari studi a livello mondiale, nonché dell’aspetto estetico.

Il progetto sarà allestito in collaborazione con la Supsi. Venti studenti del Dipartimento ambiente e costruzioni (bachelor in architettura d’interni) elaborerà proposte d’intervento per Cagiallo e Sala.

2008-02-08 LaRegione (pdf)