E’ stato pubblicato il rapporto relativo al messaggio inrelazione della mozione del 23 Gennaio 2006

Rapporto relativo al messaggio del 27 marzo 2007

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Rapporto sul messaggio


numero 5916
data 31 gennaio 2008
dipartimento Territorio
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della Commissione speciale pianificazione del territorio sulla mozione 23 gennaio 2006 presentata da Francesco Cavalli e cofirmatari «Applicare le raccomandazioni dell’UFAFP per ridurre le emissioni luminose»

1. La mozione

La mozione affronta il tema dell’inquinamento luminoso, della tendenza cioè a pro­porre illuminazioni oltre lo stretto necessario. Le conseguenze di questo atteggia­mento vanno dalla perdita dell’esperienza del cielo stellato a disturbi del sonno e del ritmo cardiaco, dalla deturpazione del paesaggio notturno a influenze negative per la vita della fauna e della flora, al disorientamento di uccelli migratori e del traffico ae­reo e rappresentano uno spreco di energia.

L’associazione Dark-Sky Switzerland, Sezione Ticino (http://www.darksky.ch/TI/) fornisce informazioni e dati supplementari sul tema.

La mozione chiede al Consiglio di Stato «di varare, in conformità con le racco­mandazioni dell’UFAFP, misure atte a diminuire l’inquinamento luminoso, con precise indica­zioni e anche normative che impediscano un uso esagerato della luce artificiale, specialmente nei casi in cui essa è palesemente superflua.»

2. Le raccomandazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente

L’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) ha pubblicato nel 2005 l’opuscolo «Prevenzione delle emissioni luminose – Raccomandazioni». Ora l’ufficio si chiama UFAM: Ufficio federale dell’ambiente.

Nell’abstract si dice: «L’oscurità sta sempre più cedendo il passo alla luce artificiale. In molti luoghi questo fenomeno contribuisce ad aumentare la sicurezza, ma sovente impedisce di osservare il cielo stellato. La luce artificiale inoltre riduce la qualità degli habitat di specie animali attive di notte, con conseguenze in parte mortali per nu­merose specie. Oltre a questi effetti ha un impatto negativo sul ritmo circadiano e sul sistema endocrino dell’uomo e degli animali, determina uno spreco d’energia a causa del flusso luminoso disperso e, non da ultimo, rende gli esseri umani meno sensibili ai valori estetici del paesaggio naturale notturno. La presente pubblicazione fornisce raccomandazioni per ridurre tecnicamente gli effetti negativi delle emissioni lumi­nose. Inoltre mostra come, senza pregiudicare l’esigenza di sicurezza umana, me­diante barriere giuridiche si possa impedire l’installazione di impianti di illumina­zione che sprecano una risorsa preziosa come l’energia elettrica.»

Per il testo completo e altre informazioni dell’UFAM si consultino i siti:

www.bafu.admin.ch/?lang=it

Il capitolo 5.1 esamina «Le possibili soluzioni a livello giuridico»: L’UFAM invita i Cantoni a sottoporre a verifica i propri decreti inerenti al settore edilizio e ambientale e le relative decisioni nell’ottica della protezione della natura, del paesaggio e dell’ambiente e concretizzarli per garantire il rispetto delle seguenti raccomandazioni:

· prevedere una procedura di licenza edilizia per tutte le installazioni d’illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici storici;

· vietare o, qualora ciò non fosse possibile, limitare il più possibile gli impianti pun­tati al cielo che non vengono utilizzati a scopi di sicurezza e di illuminazione (skybeamer, proiettori laser, proiettori pubblicitari o fonti di luce artificiale analoghe) per proteggere le specie, i biotopi o il paesaggio; i provvedimenti elencati devono essere sopportabili per i detentori di tali impianti (sia dal punto di vista tecnico che delle condizioni di esercizio e in termini economici);

· sottoporre a verifica e, per quanto possibile, risanare le installazioni di illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici e gli impianti storici, con lo scopo di prevenire le conseguenze negative delle emissioni luminose.

Il capitolo 5.2 esamina in dettaglio «Le soluzioni tecniche» per realizzare illuminazioni funzionali senza emissioni luminose superflue.

3. Il rapporto del Consiglio di Stato (5916 R)

Il Dipartimento del territorio (DT) ha valutato in modo attento tale problematica, che tocca principalmente le zone costruite, tenendo pure conto di quanto illustrato e pro­posto nella citata raccomandazione. Da rilevare che nell’ambito delle competenze del DT qualcosa è già stato intrapreso per evitare illuminazioni manifestamente esagerate o con effetti non trascurabili sul paesaggio, anche se qualcosa di più, proprio nel senso auspicato pure dalla mozione, sembra essere auspicabile, come del resto mostrato dal documento dell’UFAM e da quanto viene proposto in altri Cantoni.

Il CdS non ritiene comunque che le sole norme siano sufficienti per ottenere risultati di rilievo ma che occorre soprattutto promuovere l’informazione e la sensibilizzazione degli enti e delle associazioni interessate.

A questo scopo, è stato dunque costituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi cantonali toccati dalla problematica (i Servizi generali, la Sezione protezione aria, acqua e suolo e la Sezione sviluppo territoriale del Dipartimento del territorio) e di Dark-Sky, associazione particolarmente attiva in questo ambito.

Gli obiettivi principali del gruppo sono i seguenti:

· analizzare entro la fine di aprile 2007 le normative vigenti, dalla Legge edilizia alla Legge sugli impianti pubblicitari ed alla legge sulla protezione dei beni culturali e relativi regolamenti, in modo da una parte poter gestire in modo più efficace la problematica (obbligo della procedura edilizia per particolari impianti, riferimento a direttive, ecc.), dall’altra introdurre possibili disposizioni in particolare di ordine gestionale (orari di illuminazione, proibizione degli skybeamer, ecc.);

· con la collaborazione della SUPSI, organizzare per l’autunno 2007 una giornata di introduttiva sulla tematica all’indirizzo di Comuni, operatori del settore edilizio, in particolare architetti, aziende elettriche ed ulteriori cerchie interessate;

· allestire, prendendo spunto da quanto già fatto in altri Cantoni, una brochure infor­mativa di ordine generale, da rendere pubblica in occasione della giornata di cui sopra;

· si sta valutando la possibilità, sempre in collaborazione con la SUPSI, di offrire, in una fase successiva, seminari più tecnici indirizzati specificamente a determinate cerchie, in particolare agli architetti.

4. Risultati del Gruppo di lavoro

Nel «Rapporto esplicativo per la prevenzione dell’inquinamento luminoso (versione luglio 2007», il GdL con la collaborazione dell’ISAAC della SUPSI (Istituto Sostenibilità Applicata all’Ambiente Costruito) presenta un’analisi accurata del problema.

In particolare l’inquinamento luminoso è chiaramente definito: «L’inquinamento luminoso è un’alterazione della quantità naturale di luce presente nell’ambiente notturno (luce delle stelle, riflesso della luce del Sole, ecc.) provocata dall’immissione di luce artificiale. Si tratta quindi di un inquinamento della luce da luce! Esso viene anche definito come ogni irraggiamento di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree e dei soggetti a cui esso è funzionalmente dedicato e in particolar modo quella radiazione che, per qualsiasi causa, è orientata e dispersa verso l’ambiente circostante e verso l’alta atmosfera.»

Tra gli effetti, oltre a quelli più volte enumerati, si citano anche:

· Costi e consumo energetico: la luce irradiata nell’atmosfera e nello spazio rimane inutilizzata: si stima che il 40% dell’illuminazione sia sprecato.

· Uomo: l’abbagliamento e la distrazione possono provocare incidenti stradali. Fonti intense di illuminazione in prossimità di svincoli, rotonde, ecc. riducono le capacità visive di una percentuale rilevante (del 30% e oltre).

· Paesaggio: l’illuminazione è forse il fattore più importante del cambiamento del paesaggio notturno negli ultimi cinquant’ anni. Inoltre, oggi si può parlare di un paesaggio notturno indotto, risultato della configurazione degli insediamenti, come somma dell’illuminazione viaria, privata, commerciale e del tempo libero; allo stesso tempo è osservabile un paesaggio inscenato, determinato dalla volontà di valorizzare, attraverso l’illuminazione, monumenti storici, edifici pregiati ecc.

Il GdL e l’ISAAC hanno anche preparato «Linee guida». Esse «rappresentano uno strumento di aiuto all’esecuzione e di supporto nell’ambito della pianificazione locale» e «mirano a (a) Promuovere un’illuminazione efficace (nel senso che illumina solo ciò che si intende illuminare) ed efficiente (ossia che raggiunge il risultato minimizzando i costi e gli effetti collaterali) e (b) Applicare, in generale, il principio della prevenzione.

Il documento esamina in dettaglio le basi legali e le direttive della Associazione svizzera per la luce (SLG) e propone misure tecniche (sulle fonti luminose) e misure pianificatore (p.es. il Piano di illuminazione).

La giornata di studio del 27 novembre a Orselina ha avuto un grande successo di pubblico. Nella discussione è stato sottolineato il desiderio di evitare il proliferare di soluzioni locali inutilmente differenti tra di loro, chiedendo al Cantone di valutare anche decisioni a livello cantonale.

La pubblicazione di materiali informativo e l’organizzazione di altri seminari di ap­profondimento tecnico sono opportune: la Commissione auspica che siano realizzate con prontezza e continuità.

5. Esempi di normative

Nelle «Raccomandazioni» dell’UFAM sono già citati esempi di norme sull’inquinamento luminoso all’estero e si chiarisce anche la situazione giuridica in Svizzera.

A livello cantonale è interessante l’esempio del Comune di Coldrerio, di cui si riprendono qui i punti salienti:

1. Sul territorio comunale è vietata la posa ed installazione di show luminosi o skybea­mer, fasci di luce fissi o roteanti rivolti verso il cielo poiché rappresen­tano un pericolo per la sicurezza pubblica, la protezione dell’ambiente ed anche ostacolano il regolare traffico aereo.

2. Le installazioni luminose di grandi edifici o impianti di illuminazione esterne particolari, devono essere notificate al Municipio. Le misure specifiche previste a tutela delle immissioni luminose vanno chiarite nell’ambito della procedura di autorizzazione.

3. Le illuminazioni di qualsiasi genere e delle insegne pubblicitarie devono essere spente dalle ore 24.00 fino alle ore 06.00. Il Municipio può concedere deroghe per situazioni commerciali particolari.

4. Fanno inoltre stato le raccomandazioni sulla prevenzione delle emissioni luminose emanate dall’UFAM.

5. Il Municipio si riserva la possibilità d’intervento per casi particolari presenti sul territorio comunale.

A Lugano, il Municipio ha accettato il rapporto della Commissione della Pianificazione del Territorio sulla mozione di Baroni e Mauri n. 3304 del 4 ottobre 2006 «salvaguardare il cielo notturno, per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso» in cui si chiede: «che la Città di Lugano elabori una strategia globale di riduzione dell’inquinamento luminoso, adottando tutte le misure tecniche e pianificatorie di sua competenza (preventive e di risanamento) che permettano di eliminare o quantomeno ridurre nella misura del possibile gli sprechi di illuminazione sia nell’illuminazione pubblica che in quella degli edifici/progetti pubblici comunali (che per inciso sono costose e pagate dai contribuenti) nonché di introdurre ulteriori misure efficaci che, senza ridurre l’illuminazione necessaria, diminuiscano l’inquinamento luminoso (per es. divieto degli skybeamer e dei proiettori laser pubblicitari puntati verso il cielo, adozione di strumenti di controllo nell’ambito dell’esame delle domande di costruzione eccetera).»

6. Conclusioni

L’importanza del problema dell’inquinamento luminoso è riconosciuta sia a livello federale che cantonale.

Le misure proposte dal CdS nel suo rapporto sono opportune e aiutano ad affrontare il problema. Le «Linee guida» in particolare permettono ai Comuni di chiarire procedure e limiti delle istallazioni luminose allo scopo di prevenire e limitare tutte le forme di inquinamento luminoso.

La Commissione invita il Consiglio di Stato ad adottare tutte le opportune misure, non escluse se del caso anche normative, atte a promuovere un’applicazione uniforme da parte dei Comuni dei provvedimenti contro l’inquinamento luminoso e ad informare l’opinione pubblica e le cerchie professionali interessate.

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Per questi motivi si propone di accettare parzialmente la mozione del 23 gennaio 2006, presentata da Francesco Cavalli e cofirmatari, «Applicare le raccomandazioni dell’UFAFP per ridurre le emissioni luminose» e di considerarla evasa.

Per la Commissione speciale pianificazione del territorio:
Carlo Lepori, relatore
Arigoni G. – Barra – Beretta Piccoli – Calastri –
Canepa – Chiesa – David – Ferrari – Galusero –
Gianora – Gobbi N. – Marcozzi – Orsi –
Paparelli (con riserva) – Rizza – Solcà

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