COMUNICATO STAMPA – DT – Il monitoraggio dell’inquinamento luminoso al sud delle Alpi

Da oggi saranno disponibili in rete, al il sito web www.ti.ch/oasi, i dati sull’inquinamento luminoso nella Svizzera italiana.

stemmati_09Sul sito saranno pubblicati sia i dati attuali sia quelli storici, come avviene già per diversi altri valori ambientali.

La rete di monitoraggio dell’inquinamento luminoso è nata nel corso del 2010 da una collaborazione tra il Dipartimento del territorio, Dark-Sky Switzerland Sezione Ticino e alcuni osservatori astronomici ticinesi.

L’illuminazione artificiale degli ambienti esterni è parte integrante del nostro modo di vivere, ma purtroppo le crescenti emissioni luminose sono accompagnate anche da effetti negativi, che spaziano dalla privazione del cielo stellato, allo spreco energetico e all’alterazione degli ecosistemi.

Da queste considerazioni nasce il bisogno di monitorare le emissioni luminose, soprattutto a lungo termine, onde poterne venire a capo e ridurne l’impatto sull’ambiente e sulla società.

2011-10-18 Rete inquinamento luminoso (pdf)

2011-10-18 TI DT Comunicato stampa (pdf)

» COMUNICATO STAMPA – DT

» Osservatorio ambientale della Svizzera italiana

 

Dark-Sky Switzerland – Occhio alla luce 1/2011

È stato pubblicato il numero 1/2011 di “occhio alla luce”, la newsletter di Dark-Sky Switzerland Sezione Ticino.

EDITORIALE

occhio_alla_luce_01Care lettrici,
cari lettori,
gli eventi internazionali hanno rafforzato il dibattito a proposito del risparmio energetico, credere però che sia sufficiente incentivare l’utilizzo di una tecnologie a basso consumo energetico per risolvere il problema dell’inquinamento luminoso è utopico. La così tanto decantata tecnologia a LED ne è la dimostrazione. Grazie a questa tecnologia sembra che non ci si debba più preoccupare di quanto e di come si illumina, infatti da più parti ne vengono decantate le magiche proprietà: risparmio energetico e diminuzione delle emissioni. Ma non si tratta forse unicamente di marketing per questi prodotti? Siamo sicuri che i LED riducano le emissioni luminose?

Quali saranno le conseguenze delle emissioni bluastre emesse dai LED una volta che questi saranno installati ovunque? I LED riducono effettivamente i consumi ? A mio avviso i tre punti fondamentali per affrontare seriamente il problema sono: una regolamentazione chiara, una seria competenza degli addetti ai lavori e una vera progettualità di tutti i progetti illuminotecnici.

Stefano Klett,
Responsabile della Sezione Ticino della DarkSky Switzerland

2011 Occhio alla luce (pdf)

 

UFAM: Rapporto «Ambiente Svizzera 2011»

Il rapporto «Ambiente Svizzera 2011», elaborato congiuntamente dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e dall’Ufficio federale di statistica (UST), fornisce una panoramica dello stato attuale dell’ambiente in Svizzera.

Emissioni luminose

17-07-4_01La nostra vita, così come quella degli animali e delle piante, è ritmata dall’alternanza continua tra giorno e notte. Si è iniziato a parlare di luce artifi ciale circa 150 anni fa, con l’invenzione della lampadina. Questa scoperta ha avuto enormi conseguenze. Basti pensare che nell’Altipiano svizzero solo una dozzina di stelle su circa 2000 sono ancora visibili a occhio nudo. Ogni notte miliardi di insetti muoiono bruciati attirati dal-le fonti luminose artifi ciali e gli uccelli migratori perdono l’orientamento per eff etto degli insediamenti illuminati a giorno. L’illuminazione stradale installata non correttamente o troppo intensa può perturbare il sonno di molte persone.

La Confederazione si impegna affi nché la luce ar-tifi ciale venga utilizzata solo laddove è eff ettivamente necessario. Ciò permetterà non solo di preservare il paesaggio e gli organismi che vi vivono, ma anche di risparmiare energia e risors ( » UFAFP2005b ).

UB11 Teil 2 Kap11 IT acc (pdf)

UB11 Teil II Chap11 IT (pdf)

 

Gente Sana: La luce che oscura

Non ce n’è uno che non resti a bocca aperta davanti a un cielo stellato. Eppure in pochi si preoccupano per l’inquinamento luminoso, che ha reso inaccessibile tale meraviglia per gran parte della popolazione. Troppo tardi per tornare sui nostri passi? L’abbiamo chiesto a Stefano Klett di Dark-Sky Ticino.

gentesana_01Com’è nata Dark-Sky Ticino e di cosa si occupa?
Siamo attivi in Ticino dal 2003. Tra i promotori vi sono numerosi astrofili, già attivi nella Società astronomica ticinese con cui vi è intenso scambio e collaborazione, ai quali si sono affiancati numerosi membri provenienti da diversi ambiti. L’obbiettivo dell’associazione internazionale Dark-Sky – cielo buio – è di sensibilizzare a 360 gradi in merito alle problematiche legate all’inquinamento luminoso e alle numerose possibilità di intervento al fine di ridurle.

09-07-01_01È dunque possibile riappropriarsi di un cielo buio senza dover rinunciare a fattori acquisiti quali l’illuminazione stradale?
Senz’altro. Oggi illuminiamo troppo ma soprattutto illuminiamo male. Vi è infatti un’elevatissima dispersione di luce nello spazio, cioè verso il cielo, mentre noi la necessitiamo in basso, a terra. Guardando il Ticino, la quasi totalità dei lampioni ha una forte dispersione di questo genere, mentre da numerosi anni sono fabbricate lampade che concentrano la luce là dove deve essere, lampade che fortunatamente cominciano a fare la loro comparsa qua e là anche da noi. Vi sono poi numerose fonti di luce che puntano direttamente verso il cielo, illuminazioni di monumenti, chiese, luoghi di interesse, castelli, illuminazioni private, di aziende, discoteche, parcheggi, ecc. quando con una progettazione mirata non sarebbe difficile salvare capra e cavoli. Poi, come detto, riteniamo che molte illuminazioni sia no superflue, o possano essere spente nelle ore notturne, come succede in alcune città che hanno ottenuto il riconoscimento “città dell’energia”. Un esempio è giunto recentemente da Tokyo che, in seguito all’incidente alla centrale nucleare di Fukushima ha ridotto drasticamente i consumi notturni senza che questo abbia minimamente interferito con le regolari attività umane.

Gli astrofili sono confrontati quotidianamente con l’inquinamento luminoso che compromette l’osservazione del firmamento. Si tratta principalmente di questo o vi sono altre ripercussioni negative per l’uomo e la natura?
Siamo sensibili al problema sicuramente perché ameremmo avere a disposizione un cielo il più possibile naturale ma, soprattutto, perché l’osservazione del cielo ci mette continuamente in confronto con l’entità del fenomeno che sappiamo ripercuotersi negativamente in diversi ambiti. Pensiamo agli enormi sprechi di energia in un momento della storia in cui il risparmio energetico è una necessità impellente; ai disturbi sulla salute di chi è regolarmente esposto a eccessiva illuminazione (principalmente del ritmo sonno veglia e ormonali); ai milioni di insetti sterminati ogni notte dalle lampade incandescenti; agli uccelli che nella migrazione vengono confusi dalle luci delle città e perdono la rotta con conseguenze drammatiche. Sovente si fa l’equazione luce uguale sicurezza ma anche questo non è sempre vero. Ad esempio su una strada non illuminata si circola giocoforza più lentamente, inoltre la luce talvolta abbaglia, anche l’illuminazione fuori casa contro i malintenzionati è uno specchietto per le allodole che permette spesso loro di appostarsi in tutta tranquillità nelle zone d’ombra.
Anche il fatto che molte persone non abbiano praticamente mai visto lo splendore di un cielo naturale
è un impoverimento che perfino le Nazioni Unite hanno riconosciuto, dichiarando patrimonio dell’umanità le “starlight reserve”, ovvero quelle riserve
che dispongono di un’area di cielo buio al naturale.

Come si presenta la situazione in Ticino, e quali risultati avete raggiunto in questi anni di sensibilizzazione?
Pochissimi risultati se paragonati agli sforzi intrapresi. A differenza di altre regioni in Svizzera, in Ticino vi è scarsa sensibilità verso questa problematica e il Cantone presenta il doppio di inquinamento luminoso per rapporto al numero di abitanti rispetto la media nazionale. Una nota positiva è invece la stesura delle direttive cantonali per l’illuminazione pubblicate nel 2007 con la collaborazione dell’autorità cantonale; il Ticino è attualmente l’unico Cantone in Svizzera ad aver adottato questo documento. Purtroppo la loro applicazione non è attualmente vincolante e andrebbe maggiormente promossa.
Le direttive sono ottenibili direttamente dal sito dell’amministrazione cantonale. Inoltre, pure un unicum nel Paese, dal 2006 delle sonde consentono il monitoraggio dell’inquinamento luminoso in nove località del Ticino grazie, nuovamente, alla collaborazione con l’autorità cantonale. Sicuramente un primo e incoraggiante passo verso una maggiore presa di coscienza della problematica. Per concludere, il Ticino dispone di alcune delle aree di cielo più buie della Svizzera; nelle aree Lucomagno – Greina – Adula, e Basodino – Novena. Questo è dovuto alla conformazione montagnosa del territorio che ha risparmiato alcune aree dall’edificazione ma è necessaria una sensibilizzazione a questo proposito, perché la situazione si degrada anche nelle aree discoste sempre più interessate da illuminazioni di strade, edifici, piste da sci. Purtroppo nell’intero paese non esiste più una porzione di cielo buio al naturale, contrariamente a quanto accade ancora ad esempio in Francia e Austria.
Insomma la Svizzera non dispone più di un sol luogo privilegiato in cui, come affermano i responsabili UNESCO, la terra incontra l’universo.

Cindy Fogliani
Informazioni:
www.darksky.ch/TI
www.cielobuio.org
www.ti.ch/troppaluce
Star party in Dötra
Per chi volesse contemplare un cielo ancora buio con a disposizione un buon telescopio e la consulenza di esperti è da non perdere l’evento organizzato in Dötra, sopra Olivone, dalla Società astronomica ticinese. Dal 29 al 31 luglio tutti gli interessati potranno recarsi in Dötra abbinando alle osservazioni notturne la visita di una regione ricchissima dal profilo naturalistico e paesaggistico.
Informazioni astroticino.ch – 091 756 23 76.

2011-07-01 GS – Editoriale

2011-07-01 GS – Iuglio11

 

Carona riceve una stazione di rivelamento dell’ inquinamento luminoso

Carona presso l’osservatorio Calina, si trova a 582 m s.l.m e vanta una lunga tradizione astronomica. Gli osservatori sono di solito molto adatti per misurare l’inquinamento luminoso, perché gli osservatori di norma sono lontani dalle sorgenti luminose dirette e sono disponibili tutte le infrastrutture necessarie.

» Carona (DSS)