Poschiavo: Conferenza sul tema Inquinamento Luminoso

mpu_01In occasione della Assemblea ordinaria del Movimento Poschiavo Unita, è stata organizzata una conferenza sul tema Inquinamento Luminoso. La conferenza si svolgerà Venerdì, 24 agosto 2007, ore 19:30 presso l’Albergo Altavilla, a Poschiavo

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Interessante relazione sull’inquinamento luminoso di Stefano Klett nel corso dell’Assemblea del MPU.

Il Movimento Poschiavo Unita nel corso della seconda parte dell’Assemblea ordinaria svoltasi venerdì 24 agosto ha invitato il signor Stefano Klett, ingegnere informatico ed appassionato di astronomia, a presentare gli aspetti principali legati all’inquinamento luminoso.

Il tema non è di strettissima attualità in Valposchiavo. Infatti la nostra volta celeste è ancora costellata da una miriade infinita di stelle e non è ancora oscurata dalla luce prodotta dall’uomo. Questo non significa che l’argomento non ci tocchi o non debba interessarci. Infatti è meglio prendere alcune contromisure al fine di evitare che le stelle in cielo, anche alle nostre latitudini, gradualmente si spengano.
L’oscurità notturna è un bene che sta scomparendo.

Stefano Klett

Ha parlato inizialmente del fenomeno antropico a livello mondiale e locale.

Le foto notturne scattate dai satelliti e sovrapposte mostrano l’avanzare della luce artificiale e la riduzione delle zone buie. Le Alpi, almeno alcune fette privilegiate, sono ancora buie. Lì le emissioni luminose sono ancora assai ridotte, impercettibili dallo spazio. Questo ci fa tirare un respi

Vista notturna dal satellite dell’Italia

D’altra parte, alle porte della Valposchiavo troviamo una zona nella quale la luce viene dispersa in gran parte verso il cielo. Questa zona si espande a macchia d’olio e col tempo potrebbe fagocitare anche regioni limitrofe nelle quali l’antropizzazione non ha ancora raggiunto soglie critiche. Klett ha continuato elencando le conseguenze che una cattiva gestione della luce artificiale può avere per la natura e l’ambiente. Beh, forse, nei giorni nostri il tubo catodico ha sostituito la luce delle stelle. Però è indubbio che un’illuminazione irresponsabile, senza senno, porterà alla distruzione del firmamento notturno, patrimonio di tutti e non solo dei sognatori col naso in su.

La troppa luce può avere degli influssi negativi (ricerche scientifiche lo provano) sulla salute umana ed animale. Basti pensare ai disturbi del sonno che molti soffrono o alle alterazioni del battito cardiaco. Va ricordato inoltre che gli animali vivono secondo ritmi innati, secondo un orologio naturale. Ora l’illuminazione artificiale può comportare conseguenze ecologiche importanti. Ricordo ancora con un certo patema la morte subita questa estate da migliaia di maggiolini. Erano preda della luce dei lampioni delle strade. La mattina presto l’ecatombe la incontravi sull’asfalto. E il re di quaglie, uccello migratore, che sa percorrere migliaia di chilometri per ritrovare le zone di svernamento nell’Africa centro-meridionale, potrebbe perdere la tramontana a causa degli effetti negativi della luce artificiale. Peccato davvero non risentire il suo ruspante richiamo sotto la finestra di casa.

Illuminare il cielo costa caro. L’uomo, a dispetto dell’aumento della bolletta dell’energia elettrica, continua a buttare verso la volta stellata i propri soldi. Esempi ne abbiamo anche in valle. Basti pensare alle illuminazioni in auge nelle chiese. Forse può servire a richiamare maggiormente i fedeli alla messa. Credo piuttosto che sia un inutile spreco di denaro pubblico.

A questo punto voglio rifarmi ad un’equazione esposta da Klett: «Perché vogliamo tanta luce? Tanta luce è rappresentativa di tanto benessere. Dove la luce è limitata significa che il benessere è limitato».

La cartina mondiale è un ottimo tornasole di q

Vista notturna della Terra

Stefano Klett si sofferma per concludere su aspetti pratici che favoriscono un utilizzo mirato della luce artificiale. Ecco un compendio di misure semplici, che ognuno potrebbe adottare, senza investimenti di sorta, anche da domani:

illuminare solo dove esiste un reale bisogno;
schermare gli impianti di illuminazione evitando così di invadere spazi sensibili;
orientare le lampade verso il basso;
dotare gli impianti di illuminazione di interruttori a tempo;
usare lampadine a lunga durata e a basso consumo di energia;
sostituire le lampadine a vapori di mercurio con lampade al sodio.

I suggerimenti del relatore vanno intesi come piccoli passi verso una convivenza sostenibili fra le esigenze “culturali”, della società, dell’economia e quelle della natura e della salute delle persone.
Non si tratta di privarci dell’illuminazione artificiale, di spegnere la luce dei nostri paesi, ma di farne un uso responsabile.

Alcuni siti interessanti:
www.astronomie.ch
www.darksky.org

Luca Beti

 

Osservazioni del Municipio al rapporto della Commissione della Pianificazione

lugano_03Il municipio ha concluso di analizzare la situazione d di definire un catalogo delle possibili categorie d’illuminazione. In una seconda fase di proporre soluzioni

Osservazioni del Municipio al rapporto della Commissione della Pianificazione del Territorio sulla mozione N° 3304 del 4 ottobre 2006 degli On.li Daniela Baroni (PS) e Tiziano Mauri (PLR), salvaguardare il cielo notturno, per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso


Lugano, 2 agosto 2007
All’On.do
Consiglio Comunale
6900 Lugano


Onorevole Signor Presidente,
Onorevoli Signore e Signori Consiglieri Comunali,

in apertura di queste osservazioni precisiamo che le AIL SA da tempo si preoccupano della problematica tecnica e finanziaria relativa alla riduzione dell’inquinamento luminoso.

La situazione dell’illuminazione pubblica a Lugano

Da anni il Comune di Lugano possiede un’illuminazione pubblica esterna basata su lampade al vapore di sodio e adotta lampade a risparmio energetico al posto delle vetuste lampadine ad incandescenza. Anche l’illuminazione dei Comuni che nel 2004 si sono aggregati a Lugano è stata standardizzata al modello di Lugano già entro la fine del 2005.
A fine 2005, sul territorio comunale erano quindi posati ben 6’735 punti -luce lungo percorsi illuminati della lunghezza complessiva stimata per difetto di 250 km.
Il consumo annuale di energia elettrica (2005), con le relative approssimazioni, è di 3’680 MWh che ci porta ad un consumo d’energia per l’illuminazione stradale di 14.7 MWh/km annuo, valore superiore a quanto consigliato da SAFE (Agenzia svizzera per lefficienza energetica) di 12 MWh/km annuo. Va peraltro ricordato che secondo l’inchiesta SAFE, Lugano si situa nella media svizzera per quel che concerne il numero di punti-luce ogni 1000 abitanti.
Questa deviazione del valore di riferimento consigliato è dovuta al fatto che il primo miglioramento consistente nella sostituzione delle lampade non prendeva in considerazione, per motivi di costo, l’armatura porta lampada.
In occasione di rinnovi dell’illuminazione stradale vengono impiegate armature concepite per lampade al sodio e munite inoltre di vetri piatti che limitano la dispersione della luce.
Questi interventi osservano le raccomandazioni emanate dall’Associazione Dark-Sky (associazione avente lo scopo di coordinare gli sforzi atti a salvaguardare il cielo notturno), contribuendo così alla riduzione costante dell’agente inquinante senza interventi straordinari e con investimenti finanziari limitati.

La situazione dell’illuminazione privata a Lugano

Il privato non è sottoposto, per la presenza di un vuoto giuridico, al rispetto di speciali disposizioni per quel che riguarda la problematica dell’illuminazione esterna ed interna di ambienti. Questa situazione, almeno localmente, dovrà essere sistemata da un apposito regolamento.

La situazione futura

Coscienti della sempre maggior sensibilità della popolazione al problema dell’inquinamento luminoso, le Direzioni del Dicastero del Territorio e delle AIL nel 2006 hanno deciso di costituire un team di studio con i seguenti compiti:
. in una prima fase analizzare la situazione e definire un catalogo delle possibili categorie d’illuminazione;
. in una seconda fase proporre le possibili soluzioni.
Il team AIL/DT dovrà quindi elaborare un piano di concetto generale dell’illuminazione della Città da sottoporre alle Autorità per approvazione ed in particolare dovrà contenere elementi che ribadiscano l’unicità di Lugano, la messa in risalto di zone particolari (per es. lungolago), infonda sicurezza nei quartieri ed in collaborazione con i privati riconduca l’inquinamento luminoso a valori più accettabili.
Una buona base di partenza potrebbe essere il regolamento apposito della vicina Regione lombarda, che già contiene molti elementi applicabili sulla scorta delle raccomandazioni svizzere in materia.
Le AIL hanno inoltre assunto un giovane ing. SUP che si dedicherà in modo particolare al problema. Questo ingegnere inizierà la sua attività ad inizio luglio presso l’Azienda elettrica di Zurigo nel reparto progettazione illuminazione pubblica e vi resterà per 3 mesi.
In merito all’articolo di stampa “La scalata della luce”, in cui si menziona che “Berna inquina meno di Lugano”, facciamo notare che la vicenda è da interpretarsi in modo riduttivo in quanto il grafico riportato risale al 1998 e la zona presa come esempio è il Luganese, composto da entità locali non omogenee (diverse Aziende elettriche e Comuni).
L’inquinamento luminoso è un fenomeno transfrontaliero e, come affermato dai mozionanti, è bene che si adotti un regolamento regionale (o cantonale), riguardante l’illuminazione esterna e con particolare attenzione agli impianti privati e decorativi, normalmente fonte puntuale di perturbazione. Si ritene, pertanto, che la mozione debba essere accolta.

Con ogni ossequio.

PER IL MUNICIPIO
Il Sindaco: Il Segretario:
Arch. dipl. ETH G. Giudici lic. jur. M. Delorenzi
Ris. mun. 02.08.2007

» 2007-08-02 Osservazione Municipio 3304

 

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE DELLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO SULLA MOZIONE NO. 3304

lugano_03Il rapporto della commissione della pianificazione della Città di Lugano invita il Municipio ad esaminare la fattispecie con la dovuta determinazione e con celerità

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE DELLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO SULLA MOZIONE NO. 3304 DEL 4 APRILE 2006 DEGLI ON.LI DANIELA BARONI (PS) E TIZIANO MAURI (PLR), SALVAGUARDARE IL CIELO NOTTURNO – PER UNA CITTÀ ATTIVA NEL RIDURRE L’INQUINAMENTO LUMINOSO


All’On.do
Consiglio comunale
Lugano
Lugano, 29 maggio 2007


Onorevole Signor Presidente,
Onorevoli Signore e Signori Consiglieri Comunali,

1. Introduzione
La mozione in esame ha il pregio di sollevare un problema apparentemente nuovo per il nostro paese. In effetti la presa di coscienza di questo fenomeno sta avvenendo solo in questi ultimi anni. A livello svizzero, l’Ufficio federale per l’ambiente, nel 2005 ha emanato delle raccomandazioni dal titolo “Prevenzione delle emissioni luminose” (disponibile online: www.bafu.admin.ch) che riassume lo stato delle conoscenze a quel momento in Svizzera e le relative raccomandazioni per evitare un eccessivo inquinamento luminoso.
Questa pubblicazione chiarisce pure i concetti di “emissioni luminose” e di “inquinamento luminoso”: “Negli ultimi anni si è dibattuto con una certa insistenza delle conseguenze della luce artificiale sull‘ambiente. Nella maggior parte dei casi si è imposto il termine di «inquinamento luminoso». Si tratta di un termine facile da ricordare, ma in talune lingue non è del tutto esatto. Basti pensare al tedesco, dove l‘inglese «light pollution» è stato tradotto alla lettera, dando l‘impressione che si tratti di luce inquinata. Tuttavia, la fonte di inquinamento è la luce stessa. Il problema scaturisce dal fatto che si utilizza e si consuma troppa luce che a sua volta si espande nell’ambiente e nella natura provocando effetti negativi. Perciò, nella presente pubblicazione si parlerà soprattutto di emissioni luminose (dannose o indesiderate). ”
Il fenomeno non è solo svizzero, ma, come si può facilmente vedere con i moderni mezzi di informazione su internet, ricercando ad esempio “inquinamento luminoso” in un motore di ricerca, si ottengono numerose e importanti informazioni. Fra queste, una definizione di inquinamento luminoso è fornita dall’A.R.P.A.V. (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto): “L’inquinamento luminoso è l’irradiazione di luce artificiale -lampioni stradali, le torri faro, i globi, le insegne, ecc.- rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste.
Gli effetti più eclatanti prodotti da tale fenomeno sono un aumento della brillanza del cielo notturno e una perdita di percezione dell’Universo attorno a noi, perché la luce artificiale più intensa di quella naturale “cancella” le stelle del cielo.
Il cielo stellato, al pari di tutte le altre bellezze della natura, è un patrimonio che deve essere tutelato nel nostro interesse e in quello dei nostri discendenti. Ridurre l’inquinamento luminoso non vuol dire “spegnere le luci”, ma cercare di illuminare le nostre città in maniera più corretta senza danneggiare le persone e l’ambiente.
La Regione Veneto è stata la prima in Italia ad emanare una legge specifica: la Legge Regionale 27 giugno 1997, n. 22 “Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso” prescrive misure per la prevenzione dell’inquinamento luminoso sul territorio regionale, al
fine di tutelare e migliorare l’ambiente in cui viviamo.”
Come si vede questa legge regionale è stata emanata già 10 anni fa, segno tangibile che questo tema, nella nazione a noi vicina, è stato affrontato molto prima rispetto a noi.
Dalla medesima fonte si possono ricavare informazioni a proposito dell’impatto sull’ambiente: “La perdita della qualità del cielo notturno non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri:

– Culturale perché gran parte degli scolari vede le costellazioni celesti solo sui libri di scuola.
– Artistico perché l’illuminazione esagerata nelle zone artistiche e nei centri storici non mette in risalto la bellezza dei monumenti ma la deturpa.
– Scientifico perché costringe astronomi professionisti e astrofili a percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca di siti idonei per osservare il cielo.
– Ecologico perché le intense fonti luminose alterano il normale oscuramento notturno influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte.
– Sanitario perché la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi.
– Risparmio energetico perché una grossa percentuale dei circa 7150 milioni di kWh utilizzati per illuminare strade (ndr. in Italia), monumenti ed altro viene inviata senza ragione direttamente verso il cielo.
– Circolazione stradale perché una smodata e scorretta dispersione di luce come fari, sorgenti e pubblicità luminose può produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti .”
Particolarmente toccati da questo fenomeno sono gli astrofisici che, evidentemente, hanno sviscerato il problema pure dal loro punto di vista:
“Per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Produce inquinamento luminoso, che si può e si deve eliminare, sia l’immissione diretta di flusso luminoso verso l’alto (tramite apparecchi mal progettati, mal costruiti o mal posizionati), sia la diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità eccessive, superiori a quanto necessario ad assicurare la funzionalità e la sicurezza di quanto illuminato. La luce riflessa da superfici e oggetti illuminati produce sempre inquinamento luminoso. E’ necessario quindi porre la massima cura a contenere quest’ultimo il più possibile. Il contenimento dell’inquinamento luminoso consiste nell’illuminare razionalmente senza disperdere luce verso l’alto, utilizzando impianti e apparecchi correttamente progettati e montati, e nel dosare la giusta quantità di luce in funzione del bisogno, senza costosi e dannosi eccessi.
L’effetto più eclatante dell’inquinamento luminoso è l’aumento della brillanza del cielo notturno e la perdita della possibilità di percepire l’Universo attorno a noi “(Fonte: Associazione Astrofili Agordini, cieli dolomitici, www.cielidolomitici.it/nuova_pagina_3.htm ; si veda pure il sito degli Astrofili Italiani: inquinamentoluminoso.uai.it ).”

2. La mozione
La mozione illustra la problematica dell’inquinamento luminoso e chiede che la Città di Lugano
– elabori una strategia globale di riduzione dell’inquinamento luminoso,
– adotti tutte le misure tecniche e pianificatorie di sua competenza per eliminare o ridurre gli sprechi di illuminazione dell’illuminazione pubblica e degli edifici comunali,
– introduca ulteriori misure che diminuiscano l’inquinamento luminoso (ad esempio divieto degli skybeamer e dei proiettori laser puntati verso il cielo).
I mozionanti sono stati sentiti dalla Commissione il 30 gennaio 2007. In questa occasione hanno ribadito i contenuti della mozione. Inoltre hanno informato la Commissione della recente adozione di un’apposita ordinanza comunale da parte del Municipio di Coldrerio. Ad esempio anche il Cantone Basilea campagna e la Città di Zurigo hanno emanato dei
documenti per sensibilizzare la popolazione e gli addetti ai lavori sul problema delle emissioni luminose indesiderate. Infine hanno posto l’accento sul fatto che le illuminazioni necessarie alla sicurezza non sono in discussione: si tratta invece di evitare le illuminazioni inutili e/o dannose (rivolte verso l’alto).

3. Considerazioni della Commissione
La scrivente Commissione, esaminata la documentazione fornita dai mozionanti e quella di altre fonti (vedi capitolo 1 di questo rapporto), condivide l’analisi e le preoccupazioni espresse dalla mozione. In particolare si pone l’accento sulla necessità dell’illuminazione per la sicurezza della popolazione; questa esigenza non è minimamente in contrasto con le esigenze in materia di inquinamento luminoso. Si tratta invero di illuminare correttamente le aree interessate con modalità non inquinanti, come raccomandato dalle direttive dell’Ufficio federale per l’ambiente. È dunque opportuno evitare illuminazioni inutili, per lo meno in determinati orari notturni, per limitare gli sprechi, in particolare le illuminazioni rivolte verso l’alto oppure con un’intensità luminosa sproporzionata allo scopo da raggiungere.
Benché la mozione tocchi un problema specifico, la stessa può essere considerata generica: lascia infatti le porte aperte a tutte le possibili forme di intervento. In effetti, a mente della Commissione, le possibilità, gli scenari e la metodica di intervento possono essere diversi:
– uno studio che, basandosi su quanto già fatto altrove, descriva la situazione attuale e le possibili forme di intervento;
– direttive interne all’amministrazione comunale sul tipo e la quantità di illuminazione necessari per le aree pubbliche e gli edifici pubblici;
– modifiche di regolamenti e/o ordinanze comunali (eventualmente le NAPR) in cui si fissano le modalità e le quantità di illuminazione delle aree private che sovente vengono definite con semplici regole costruttive, ma senza un effettivo concetto di illuminazione.
La Commissione non ritiene di dovere dare la preferenza o la priorità all’una o all’altra misura: la problematica è ancora troppo giovane e non ancora conosciuta a sufficienza per potere con chiarezza indicare la strada da seguire.
Ciononostante invita il Municipio ad esaminare la fattispecie con la dovuta determinazione e con celerità, visto che alcuni studi indicano un eccessivo irradiamento luminoso durante le ore notturne, ha pure delle conseguenze sul ritmo circadiano (un ritmo circadiano è all’incirca un
ciclo di 24 ore nei processi fisiologici degli esseri viventi, incluse piante, animali, funghi e cianobatteri) non solo di piante e animali, ma anche sull’uomo con possibili conseguenze sulla sua salute.

4. Conclusioni
Con queste considerazioni, la Commissione della Pianificazione invita il Consiglio comunale a voler voler risolvere:
La Mozione No. 3304 del 4 aprile 2006 degli On.li Daniela Baroni (PS) e Tiziano Mauri (PLR), “salvaguardare il cielo notturno – per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso” è accolta.

PER LA COMMISSIONE DELLA
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
Thomas Arn, relatore
Giordano Macchi
Giancarlo Re
Angelo Tarchini
Roberto Badaracco
Angelo Jelmini
Flavio Ortelli
Gianfranco Molinari
Silvano Gilardoni
Gianfranco Castiglioni
Michele Rossi
Fabio Guarneri
Patrik Lamoni

» 2007-05-29 Rapporto Mozione 3304 pianificazione (pdf)

» Consiglio comunale di Lugano