LaRegione – Lumino spegne la luce

lumino_1_05Lotta all’inquinamento luminoso, seguito l’esempio di Coldrerio. Sei ore di buio

Il caso di Coldrerio che è stato al centro dell’attenzione nazionale è stato illuminante anche per Lumino. Dopo che un anno fa il Comune del Mendrisiotto ha posto in vigore la propria ordinanza contro l’inquinamento luminoso, entro breve un’analoga normativa proteggerà il buio notturno nel cielo all’imbocco della Mesolcina. Lumino (precedendo molte altre località, tra cui Lugano e Locarno, dove la questione è stata inserita nell’agenda politica lo scorso anno) diventerà così il secondo Comune ticinese ad essere sceso effettivamente in campo per evitare inutili dispersioni di luce. Un problema del quale ancora pochi anni fa nessuno (ad eccezione dell’associazione Dark-sky fondata nel 1988 e di alcuni astronomi) parlava, ma che è sempre più avvertito anche alle nostre latitudini per le sue conseguenze economiche, ecologiche, in materia di sicurezza stradale, ma anche culturali e scientifiche. Ispirati dai colleghi di Coldrerio che con la loro sensibilità alle questioni energetiche e ambientali hanno fatto guadagnare al Comune il premio Watt d’oro, i municipali di Lumino hanno a loro volta deciso di fare il passo estendendo il cosiddetto “pacchetto verde”. Si tratta di un programma comunale di sostegno allo sviluppo sostenibile introdotto nel 2007 con, per cominciare, misure volte a incitare gli abitanti a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni e dei trasporti. Due ambiti cui entro breve si aggiungerà quello legato al risparmio energetico nell’illuminazione esterna notturna. Da alcuni giorni all’albo comunale è in pubblicazione l’Ordinanza tramite la quale intendono prevenire l’uso di illuminazioni moleste e dirette verso spazi dove sarebbe meglio regnasse il buio. Se non ci saranno ricorsi al Consiglio di Stato, le regole entreranno in vigore nelle prossime settimane. Permetteranno al Comune di ridare un po’ del suo fascino alla notte tra le 24 e le 6 del mattino. Sei ore durante le quali le illuminazioni esterne e le insegne pubblicitarie, dovranno (salvo deroghe in situazioni particolari decise dal Municipio) essere tassativamente spente.

A Lumino, come a Coldrerio, l’Ordinanza (richiamate le raccomandazioni sulla prevenzione delle emissioni luminose emanate dall’ Ufficio federale dell’ambiente) vieta la posa di skybeamer, fasci di luce fissi o roteanti rivolti verso il cielo, anche perché « rappresentano un pericolo per la sicurezza pubblica e la protezione dell’ambiente ed ostacola il regolare traffico aereo ». Dovranno inoltre essere notificate al Municipio le installazioni luminose di edifici o impianti d’illuminazione esterni particolari: la questione sarà poi esaminata nell’ambito della procedura d’autorizzazione.

I contravventori potranno incorrere in una multa fino a mille franchi e essere costretti al ripristino della situazione. DIEM

2008-02-07_LaRegione (pdf)

 

E’ stato pubblicato il rapporto relativo al messaggio inrelazione della mozione del 23 Gennaio 2006

Rapporto relativo al messaggio del 27 marzo 2007

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Rapporto sul messaggio


numero 5916
data 31 gennaio 2008
dipartimento Territorio
documenti correlati ritorno al messaggio


della Commissione speciale pianificazione del territorio sulla mozione 23 gennaio 2006 presentata da Francesco Cavalli e cofirmatari «Applicare le raccomandazioni dell’UFAFP per ridurre le emissioni luminose»

1. La mozione

La mozione affronta il tema dell’inquinamento luminoso, della tendenza cioè a pro­porre illuminazioni oltre lo stretto necessario. Le conseguenze di questo atteggia­mento vanno dalla perdita dell’esperienza del cielo stellato a disturbi del sonno e del ritmo cardiaco, dalla deturpazione del paesaggio notturno a influenze negative per la vita della fauna e della flora, al disorientamento di uccelli migratori e del traffico ae­reo e rappresentano uno spreco di energia.

L’associazione Dark-Sky Switzerland, Sezione Ticino (http://www.darksky.ch/TI/) fornisce informazioni e dati supplementari sul tema.

La mozione chiede al Consiglio di Stato «di varare, in conformità con le racco­mandazioni dell’UFAFP, misure atte a diminuire l’inquinamento luminoso, con precise indica­zioni e anche normative che impediscano un uso esagerato della luce artificiale, specialmente nei casi in cui essa è palesemente superflua.»

2. Le raccomandazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente

L’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) ha pubblicato nel 2005 l’opuscolo «Prevenzione delle emissioni luminose – Raccomandazioni». Ora l’ufficio si chiama UFAM: Ufficio federale dell’ambiente.

Nell’abstract si dice: «L’oscurità sta sempre più cedendo il passo alla luce artificiale. In molti luoghi questo fenomeno contribuisce ad aumentare la sicurezza, ma sovente impedisce di osservare il cielo stellato. La luce artificiale inoltre riduce la qualità degli habitat di specie animali attive di notte, con conseguenze in parte mortali per nu­merose specie. Oltre a questi effetti ha un impatto negativo sul ritmo circadiano e sul sistema endocrino dell’uomo e degli animali, determina uno spreco d’energia a causa del flusso luminoso disperso e, non da ultimo, rende gli esseri umani meno sensibili ai valori estetici del paesaggio naturale notturno. La presente pubblicazione fornisce raccomandazioni per ridurre tecnicamente gli effetti negativi delle emissioni lumi­nose. Inoltre mostra come, senza pregiudicare l’esigenza di sicurezza umana, me­diante barriere giuridiche si possa impedire l’installazione di impianti di illumina­zione che sprecano una risorsa preziosa come l’energia elettrica.»

Per il testo completo e altre informazioni dell’UFAM si consultino i siti:

www.bafu.admin.ch/?lang=it

Il capitolo 5.1 esamina «Le possibili soluzioni a livello giuridico»: L’UFAM invita i Cantoni a sottoporre a verifica i propri decreti inerenti al settore edilizio e ambientale e le relative decisioni nell’ottica della protezione della natura, del paesaggio e dell’ambiente e concretizzarli per garantire il rispetto delle seguenti raccomandazioni:

· prevedere una procedura di licenza edilizia per tutte le installazioni d’illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici storici;

· vietare o, qualora ciò non fosse possibile, limitare il più possibile gli impianti pun­tati al cielo che non vengono utilizzati a scopi di sicurezza e di illuminazione (skybeamer, proiettori laser, proiettori pubblicitari o fonti di luce artificiale analoghe) per proteggere le specie, i biotopi o il paesaggio; i provvedimenti elencati devono essere sopportabili per i detentori di tali impianti (sia dal punto di vista tecnico che delle condizioni di esercizio e in termini economici);

· sottoporre a verifica e, per quanto possibile, risanare le installazioni di illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici e gli impianti storici, con lo scopo di prevenire le conseguenze negative delle emissioni luminose.

Il capitolo 5.2 esamina in dettaglio «Le soluzioni tecniche» per realizzare illuminazioni funzionali senza emissioni luminose superflue.

3. Il rapporto del Consiglio di Stato (5916 R)

Il Dipartimento del territorio (DT) ha valutato in modo attento tale problematica, che tocca principalmente le zone costruite, tenendo pure conto di quanto illustrato e pro­posto nella citata raccomandazione. Da rilevare che nell’ambito delle competenze del DT qualcosa è già stato intrapreso per evitare illuminazioni manifestamente esagerate o con effetti non trascurabili sul paesaggio, anche se qualcosa di più, proprio nel senso auspicato pure dalla mozione, sembra essere auspicabile, come del resto mostrato dal documento dell’UFAM e da quanto viene proposto in altri Cantoni.

Il CdS non ritiene comunque che le sole norme siano sufficienti per ottenere risultati di rilievo ma che occorre soprattutto promuovere l’informazione e la sensibilizzazione degli enti e delle associazioni interessate.

A questo scopo, è stato dunque costituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi cantonali toccati dalla problematica (i Servizi generali, la Sezione protezione aria, acqua e suolo e la Sezione sviluppo territoriale del Dipartimento del territorio) e di Dark-Sky, associazione particolarmente attiva in questo ambito.

Gli obiettivi principali del gruppo sono i seguenti:

· analizzare entro la fine di aprile 2007 le normative vigenti, dalla Legge edilizia alla Legge sugli impianti pubblicitari ed alla legge sulla protezione dei beni culturali e relativi regolamenti, in modo da una parte poter gestire in modo più efficace la problematica (obbligo della procedura edilizia per particolari impianti, riferimento a direttive, ecc.), dall’altra introdurre possibili disposizioni in particolare di ordine gestionale (orari di illuminazione, proibizione degli skybeamer, ecc.);

· con la collaborazione della SUPSI, organizzare per l’autunno 2007 una giornata di introduttiva sulla tematica all’indirizzo di Comuni, operatori del settore edilizio, in particolare architetti, aziende elettriche ed ulteriori cerchie interessate;

· allestire, prendendo spunto da quanto già fatto in altri Cantoni, una brochure infor­mativa di ordine generale, da rendere pubblica in occasione della giornata di cui sopra;

· si sta valutando la possibilità, sempre in collaborazione con la SUPSI, di offrire, in una fase successiva, seminari più tecnici indirizzati specificamente a determinate cerchie, in particolare agli architetti.

4. Risultati del Gruppo di lavoro

Nel «Rapporto esplicativo per la prevenzione dell’inquinamento luminoso (versione luglio 2007», il GdL con la collaborazione dell’ISAAC della SUPSI (Istituto Sostenibilità Applicata all’Ambiente Costruito) presenta un’analisi accurata del problema.

In particolare l’inquinamento luminoso è chiaramente definito: «L’inquinamento luminoso è un’alterazione della quantità naturale di luce presente nell’ambiente notturno (luce delle stelle, riflesso della luce del Sole, ecc.) provocata dall’immissione di luce artificiale. Si tratta quindi di un inquinamento della luce da luce! Esso viene anche definito come ogni irraggiamento di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree e dei soggetti a cui esso è funzionalmente dedicato e in particolar modo quella radiazione che, per qualsiasi causa, è orientata e dispersa verso l’ambiente circostante e verso l’alta atmosfera.»

Tra gli effetti, oltre a quelli più volte enumerati, si citano anche:

· Costi e consumo energetico: la luce irradiata nell’atmosfera e nello spazio rimane inutilizzata: si stima che il 40% dell’illuminazione sia sprecato.

· Uomo: l’abbagliamento e la distrazione possono provocare incidenti stradali. Fonti intense di illuminazione in prossimità di svincoli, rotonde, ecc. riducono le capacità visive di una percentuale rilevante (del 30% e oltre).

· Paesaggio: l’illuminazione è forse il fattore più importante del cambiamento del paesaggio notturno negli ultimi cinquant’ anni. Inoltre, oggi si può parlare di un paesaggio notturno indotto, risultato della configurazione degli insediamenti, come somma dell’illuminazione viaria, privata, commerciale e del tempo libero; allo stesso tempo è osservabile un paesaggio inscenato, determinato dalla volontà di valorizzare, attraverso l’illuminazione, monumenti storici, edifici pregiati ecc.

Il GdL e l’ISAAC hanno anche preparato «Linee guida». Esse «rappresentano uno strumento di aiuto all’esecuzione e di supporto nell’ambito della pianificazione locale» e «mirano a (a) Promuovere un’illuminazione efficace (nel senso che illumina solo ciò che si intende illuminare) ed efficiente (ossia che raggiunge il risultato minimizzando i costi e gli effetti collaterali) e (b) Applicare, in generale, il principio della prevenzione.

Il documento esamina in dettaglio le basi legali e le direttive della Associazione svizzera per la luce (SLG) e propone misure tecniche (sulle fonti luminose) e misure pianificatore (p.es. il Piano di illuminazione).

La giornata di studio del 27 novembre a Orselina ha avuto un grande successo di pubblico. Nella discussione è stato sottolineato il desiderio di evitare il proliferare di soluzioni locali inutilmente differenti tra di loro, chiedendo al Cantone di valutare anche decisioni a livello cantonale.

La pubblicazione di materiali informativo e l’organizzazione di altri seminari di ap­profondimento tecnico sono opportune: la Commissione auspica che siano realizzate con prontezza e continuità.

5. Esempi di normative

Nelle «Raccomandazioni» dell’UFAM sono già citati esempi di norme sull’inquinamento luminoso all’estero e si chiarisce anche la situazione giuridica in Svizzera.

A livello cantonale è interessante l’esempio del Comune di Coldrerio, di cui si riprendono qui i punti salienti:

1. Sul territorio comunale è vietata la posa ed installazione di show luminosi o skybea­mer, fasci di luce fissi o roteanti rivolti verso il cielo poiché rappresen­tano un pericolo per la sicurezza pubblica, la protezione dell’ambiente ed anche ostacolano il regolare traffico aereo.

2. Le installazioni luminose di grandi edifici o impianti di illuminazione esterne particolari, devono essere notificate al Municipio. Le misure specifiche previste a tutela delle immissioni luminose vanno chiarite nell’ambito della procedura di autorizzazione.

3. Le illuminazioni di qualsiasi genere e delle insegne pubblicitarie devono essere spente dalle ore 24.00 fino alle ore 06.00. Il Municipio può concedere deroghe per situazioni commerciali particolari.

4. Fanno inoltre stato le raccomandazioni sulla prevenzione delle emissioni luminose emanate dall’UFAM.

5. Il Municipio si riserva la possibilità d’intervento per casi particolari presenti sul territorio comunale.

A Lugano, il Municipio ha accettato il rapporto della Commissione della Pianificazione del Territorio sulla mozione di Baroni e Mauri n. 3304 del 4 ottobre 2006 «salvaguardare il cielo notturno, per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso» in cui si chiede: «che la Città di Lugano elabori una strategia globale di riduzione dell’inquinamento luminoso, adottando tutte le misure tecniche e pianificatorie di sua competenza (preventive e di risanamento) che permettano di eliminare o quantomeno ridurre nella misura del possibile gli sprechi di illuminazione sia nell’illuminazione pubblica che in quella degli edifici/progetti pubblici comunali (che per inciso sono costose e pagate dai contribuenti) nonché di introdurre ulteriori misure efficaci che, senza ridurre l’illuminazione necessaria, diminuiscano l’inquinamento luminoso (per es. divieto degli skybeamer e dei proiettori laser pubblicitari puntati verso il cielo, adozione di strumenti di controllo nell’ambito dell’esame delle domande di costruzione eccetera).»

6. Conclusioni

L’importanza del problema dell’inquinamento luminoso è riconosciuta sia a livello federale che cantonale.

Le misure proposte dal CdS nel suo rapporto sono opportune e aiutano ad affrontare il problema. Le «Linee guida» in particolare permettono ai Comuni di chiarire procedure e limiti delle istallazioni luminose allo scopo di prevenire e limitare tutte le forme di inquinamento luminoso.

La Commissione invita il Consiglio di Stato ad adottare tutte le opportune misure, non escluse se del caso anche normative, atte a promuovere un’applicazione uniforme da parte dei Comuni dei provvedimenti contro l’inquinamento luminoso e ad informare l’opinione pubblica e le cerchie professionali interessate.

* * * * * * * * *

Per questi motivi si propone di accettare parzialmente la mozione del 23 gennaio 2006, presentata da Francesco Cavalli e cofirmatari, «Applicare le raccomandazioni dell’UFAFP per ridurre le emissioni luminose» e di considerarla evasa.

Per la Commissione speciale pianificazione del territorio:
Carlo Lepori, relatore
Arigoni G. – Barra – Beretta Piccoli – Calastri –
Canepa – Chiesa – David – Ferrari – Galusero –
Gianora – Gobbi N. – Marcozzi – Orsi –
Paparelli (con riserva) – Rizza – Solcà

» rapporto

 

Anche il Trentino e la Sardegna adottano legge per la protezione del cielo notturno

sardegnatrentino_01Durante il 2007, oltre alla Luguria ed il Friuli-Venezia-Giulia di cui ho già riferito, anche il Trentino (in ottobre) e la Sardegna (in novembre) hanno approvato una legge regionale per la riduzione dei consumi energetici e dell’inquinamento luminoso sul territorio regionale.

L’obiettivo è quello di razionalizzare e ridurre i consumi energetici, tutelare e migliorare l’ambiente, conservare gli equilibri ecologici naturali, salvaguardare i ritmi naturali delle specie animali e vegetali e favorire l’attività di ricerca scientifica e divulgativa svolta dagli Osservatori astronomici.

Le linee guida approvate dalla regione Sardegna costituiscono lo strumento tecnico necessario per il successivo finanziamento del programma derivante dallo stanziamento della Finanziaria 2007, pari a 3 milioni di euro.

Il programma è oggetto di specifico bando rivolto agli Enti pubblici e per il quale la Giunta ha approvato i criteri di emanazione.

Solo 3 regioni (Molise, Calabria e Sicilia) e una provincia (Alto Adige) italiane restano prive di una legge anti-inquinamento luminoso, mentre due regioni (Valle d’Aosta, Piemonte e Basilicata) hanno adottato una legge che però risulta essere poco efficace a combattere il fenomeno.

Maggiori informazioni sul sito di Cielobuio

LaRegione – Smog luminoso, consigli ai Comuni

orselina_03Presentate le linee guida per un’efficace prevenzione. Borradori: la notte ha una funzione biologica che va preservata

Chissà che cosa penserebbe il buon Thomas Edison di quel che si dice attualmente della sua grande invenzione: la lampadina. Chissà che cosa risponderebbe a chi oggi, di una grande conquista che ha contribuito a rendere l’uomo libero, ne denuncia gli effetti nocivi indicando nell’illuminazione artificiale, meglio nell’eccesso di luci artificiali, un problema ambientale. Forse, e perché era uomo accorto, approverebbe e condurrebbe una politica di sostenibilità.

S’è svolta ieri sera, nella sala della casa comunale d’Orselina, un’interessante conferenza. Il titolo:
“Surplux, linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”. Tra gli scopi della serata la presentazione di un importante documento promosso e realizzato dal Dipartimento del territorio. Vi sono contenuti alcuni parametri comuni, delle “linee guida” appunto, che possono fungere da supporto alla pianificazione locale in materia. Ad introdurre l’argomento il consigliere di Stato e capo del dipartimento Marco Borradori: « Può sembrare strano occuparsi della luce in termini negativi. Infatti essa rappresenta la vita, il bene e la prosperità. Eppure della luce artificiale talvolta si abusa. La notte ha una funzione vitale biologica e naturalistica che non può andare persa, ma che va anzi valorizzata. Non siamo certo qui per demonizzare la lampadina o il neon. L’erogazione va però gestita secondo i criteri dello sviluppo sostenibile ». Borradori ha quindi citato qualche cifra indicando la politica energetica tra i temi prioritari del Consiglio di Stato per la legislatura in corso: « In Ticino il 10% del consumo d’elettricità è dovuto all’illuminazione pubblica e privata, il che equivale al 3% del consumo globale nel nostro Cantone. Può sembrare poco, ma questa percentuale è pari a circa 250 GWh all’anno, ossia la produzione di una centrale idroelettrica di medio-grandi dimensioni ». Entrando nel merito delle “linee guida”, ha poi affermato: « A fronte delle oggettive conseguenze che l’inquinamento luminoso ha sulla natura, sul paesaggio e sulla salute, ci è sembrato necessario definire dei parametri efficaci. Gli indirizzi che il Dipartimento intende applicare e promuovere sarebbero vani senza la fondamentale collaborazione dei professionisti di settore (architetti, tecnici delle aziende elettriche, eccetera) e in modo particolare dei Comuni. È proprio a questi ultimi che il documento si rivolge in via prioritaria ».

Borradori ha invitato le amministrazioni locali a farsi parte attiva nella pianificazione dell’illuminazione pubblica, non limitandosi ad una mera applicazione di norme e regole. Ma vediamo, in concreto, che cosa propone il documento, secondo le spiegazioni di Angelo Bernasconi dell’Isaac, istituto che tra gli altri ha contribuito alla sua redazione: « Le linee guida mirano in primo luogo a promuovere un’illuminazione efficace ed efficiente. In seconda battuta ad applicare, in generale, il principio della prevenzione ». Vediamo, ad esempio, alcune misure tecniche: “Sono da adottare le lampade più performanti disponibili sul mercato”. E ancora: “Bisogna commisurare la potenza d’emissione in modo da ottimizzare l’illuminazione”. “È vietato l’uso di fasci roteanti o fissi”. Scorrendo le pagine vi sono anche consigli sul posizionamento delle lampade e sulla schermatura. Non mancano le direttive gestionali (come potrebbe essere, ad esempio, la limitazione in determinate fasce orarie). In conclusione si parla di pianificazione comunale e s’invitano le amministrazioni locali a tener conto delle linee guida in fase di revisione dei rispettivi Piani regolatori. Accompagnano la relazione un rapporto che ne spiega i dettagli e un opuscolo divulgativo. Ma torniamo alla conferenza e, specificatamente, all’intervento di Diego Bonata, ingegnere aerospaziale e membro dell’associazione italiana CieloBuio. Bonata ha spiegato le grosse problematiche derivanti da un utilizzo sconsiderato dell’illuminazione: « Vi è innanzitutto uno spreco energetico (con conseguente sperpero di denaro), una scarsa sicurezza stradale e un fenomeno d’intromissione molesta in ambienti domestici. Seguono: alterazioni d’ecosistemi e danni biologici ad animali e piante. Conseguenze negative sull’uomo, danni culturali e alla ricerca astronomica ». Marco Marcacci dell’Isalp ha fatto un breve istoriato sull’evoluzione del paesaggio notturno in Ticino: « La prima propagazione luminosa s’è verificata ai margini della linea ferroviaria del Gottardo ». Inoltre « l’adozione d’illuminazioni comunali a catena è stata condizionata da evidenti questioni di ‘ gelosia’ ». Infine le relazioni di Angela Alberaci, che ha spiegato la normativa lombarda in materia, e di Laura Cinquarla, che ha parlato di progettazione relativa a sistemi d’illuminazione sostenibili. EL.BE

2007-11-28 LaRegione (pdf)

 

CdT – Oscurità da preservare

Pomeriggio di studio sull’inquinamento luminoso Presentate ad Orselina le linee guida del Cantone per prevenire e limitare gli effetti del fenomeno

orselina_02Chi di voi, nelle ore notturne, non ha mai notato quell’alone luminoso, tendente all’arancione, visibile a grande distanza, che domina e annuncia le zone urbanizzate? Ecco, quell’alone altro non è che il fenomeno chiamato inquinamento luminoso. Fenomeno che è stato al centro del pomeriggio informativo svoltosi ieri ad Orselina e rivolto agli amministratori comunali così come a tutte quelle figure professionali che si occupano direttamente od indirettamente di tecniche di illuminazione. L’appuntamento, come hanno avuto modo di spiegare il direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori ed il responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Switzerland Stefano Klett, aveva quale scopo quello di favorire la diffusione della conoscenza del problema e di sensibilizzare ad un impiego ecosostenibile della luce. Nel nostro Cantone, ha evidenziato in particolare Borradori, il 10% del consumo di elettricità è dovuto all’illuminazione pubblica e privata. Ciò che corrisponde al 3% del consumo globale di energia in Ticino. Può sembrare poco, ma questa percentuale equivale a circa 250 GWh/anno, ossia la produzione di una centrale idroelettrica di medio-grandi dimensioni. Anche dal punto di vista meramente economico, dunque, è più che mai utile seguire le indicazioni contenute nelle linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso.

Strumento per i Comuni

Linee guida che, ha ricordato Angelo Bernasconi dell’ Istituto di sostenibilità applicata all’ambiente costruito (ISAAC) della SUPSI, vogliono essere uno strumento di aiuto agli enti locali per l’esecuzione di impianti di illuminazione esterna rispettosi dell’ambiente: infrastrutture sportive, monumenti ed edifici storici, parchi ed installazioni per il tempo libero, strade, percorsi pedonali o ciclabili, insegne pubbliche sono solo alcuni esempi di costruzioni per le quali è indispensabile valutare a fondo il tipo di illuminazione che rispetti i principi dell’ecosostenibilità, limitando cioè al minimo indispensabile gli effetti negativi sulla popolazione, sull’ambiente e sul paesaggio. Pur essendo di difficile percezione, l’inquinamento luminoso può, infatti portare a disturbi importanti tra i quali l’inibizione delle difese psicologiche o la perdita di percezione dei particolari e dell’acuità visiva. Ecco perché, quando si pianifica la costruzione di un nuovo impianto di illuminazione o la ristrutturazione di uno esistente, è utile seguire le indicazioni elaborate dalla Sezione dela protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo in collaborazione con l’ ISAAC. Racomandazioni che sono contenute nelle linee guida che sono, appunto, state presentate ieri pomeriggio ad Orselina.

Lampade efficienti

Oltre al rispetto delle norme della Legge edilizia cantonale, quando si pianifica un impianto di illuminazione esterna è utile considerare l’utilizzo delle lampade più efficienti reperibili sul mercato, nonché commisurare la potenza di emissione in modo da ottimizzare l’illuminazione. Detto del divieto di far uso di fasci di luci roteanti o fissi, un altro principio contenuto nelle linee guida è quello di illuminare unicamente l’oggetto d’interesse.

Dall’alto verso il basso

L’illuminazione deve poi avvenire dall’alto verso il basso, evitando così emissioni di luce diretta e diffusa sopra l’orizzonte. Occorre inoltre prevedere l’uso di schermi che impediscano l’illuminazione di spazi che non la richiedono, in particolare sopra l’orizzonte.

Solo quando occorre

Non sempre è necessario illuminare durante l’intero arco della notte un determinato edificio. Pertanto è utile prevedere dei sistemi di controllo (timer o potenziometri) che provvedano allo spegnimento parziale o totale, oppure alla diminuzione della potenza impiegata. Per le insegne, fatta eccezione di quelle per i servizi prioritari, quali farmacie ed ospedali, e per gli esercizi pubblici notturni, l’illuminazione è ammessa dal crepuscolo sino alla mezzanotte. Norme particolari (illustrate nell’opuscolo dell’ Agenzia svizzera per l’efficienza energetica) sono poi previste per l’illuminazione stradale e delle infrastrutture per i servizi pubblici. I concetti contenuti nelle linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso dovrebbero infine venir considerati dagli amministratori locali allorquando sono confrontati con l’esercizio della revisione dei Piani regolatori. E l’ente locale che volesse spingersi oltre, ha la possibilità di allestire un vero e proprio piano di illuminazione.

» 2007-11-28 Corriere del Ticino (pdf)