Intervista a Stefano Klett (Dark-Sky Switzerland) e a Giovanni Bernasconi (Dipartimento del Territorio) sulla recente decisione del Tribunale Federale
L’associazione Dark-Sky chiede alle autorità un intervento più deciso contro l’inquinamento luminoso dopo la recente sentenza del Tribunale federale
La recente decisione del Tribunale federale, che per la prima volta si è pronunciato per una limitazione delle emissioni luminose inutili (vedi a lato), deve essere il punto di partenza per i cantoni, chiamati a rendere vincolanti le norme in questo ambito. E’ questo l’auspicio di Dark-Sky.
“Ci aspettiamo che le autorità svolgano il loro ruolo e facciano da modello”, scrive l’associazione che da anni si batte per un uso ragionevole della luce e per salvaguardare il buio notturno. “Nel nostro cantone esistono delle linee guida risalenti al 2007 – ci spiegaStefano Klett della sezione ticinese di Dark-Sky – ma ci sono ancora delle situazioni negative. Penso ad esempio a quei capannoni di Grancia e Sant’Antonino illuminati durante tutta la notte. La fonte di luce è inoltre diretta dal basso verso alto (e non al contrario come prevedono le norme), con una forte dispersione nello spazio”.
La tecnologia è disponibile
L’associazione ricorda che da marzo è in vigore la Norma SIA 491 sulla prevenzione delle emissioni luminose inutili che va applicata per nuove costruzioni e ristrutturazioni. Sottolinea poi che la tecnologia per migliorare la situazione è già ampiamente disponibile: “le illuminazioni di sicurezza devono basarsi su sensori di movimento e non restare accese di continuo (…) e l’illuminazione stradale deve essere ridotta entro mezzanotte (grazie ad una attenta programmazione), quando il traffico si riduce notevolmente”.
In quest’ultimo settore Dark-Sky invita anche ad usare i nuovi LED a luce calda (3’000K) e non fredda: “la luce calda provoca meno stress a persone e natura (ridotto abbagliamento e nessuna alterazione per l’orologio biologico interno)”.
cos
Gongola Dark-Sky Switzerland, l’associazione che si batte contro l’inquinamento ltuninoso e l’eccesso di illuminazione. Con una sentenza del 12 dicembre scorso il Tribunale federale ha confermato la validità delle misure contenute nella Nomta SIA 491, fra le quali il riposo notturno (limitazione) dalle 22 alle 6 per l’illuminazione non rilevante per la sicurezza e lo spegnimento all’1 di notte delle luminarie natalizie dalla prima settimana d’avvento al 6 gennaio.
La suddetta Norma SlA 491 è entrata in vigore il 1. marzo e si applica in edilizia in caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni. Allo scopo di evitare inutili emissioni luminose.
«Ora la palla passa nel campo delle autorità. in primis di quelle adibite alla concessione di autorizzazioni. Ci aspettiamo che svolgano il loro ruolo e rispettino i principi contenuti nella Norma SIA 491» afferma il responsabile di Dark-Sky Switzerland (Ticino) Stefano Klett. Ma le disposizioni si indirizzano anche a proprietari, architetti, ingegneri e tecnici vari.
Klett ci spiega che oggi esistono, ad esempio, timer «intelligenti» per l’accensione o lo spegnimento di luci, fermo restando che occorre per regolare eventuali temporizzatori ci si debba basare sulla luce diurna.
L’associazione insiste poi sul fatto che l’illuminazione di sicurezza debba essere impemiata su sensori di movimento e non continua. Mentre il flusso delle illtuninazioni funzionali – come ad esempio quella delle nostre strade – debba essere ridotta dopo la mezzanotte, magari pure utilizzando lampadine LED efficienti.
LUBER
2014-01-16 Corriere del Ticino
In base alla norma SIA 491 bisogna rinunciare all’illuminazione di insegne pubblicitarie, vetrine, giardini, decorazioni e oggetti dalle 22.00 alle 06.00.
La vicenda riguarda i proprietari di una residenza nella località argoviese di Möhlin, i quali con il sopraggiungere del buio illuminano l’abitazione con fasci di luce proveniente da più angolazioni.
Il Tribunale Federale fa riferimento alla nuova norma SIA 491 “Prevenzione delle emissioni luminose esterne inutili” articolo 2.5.5 che cita:
“Gli impianti devono funzionare esclusivamente quando necessario. Devono essere muniti di dispositivi per l’accensione, lo spegnimento e di temporizzatori. Per preservare la quiete notturna, è ragionevole rinunciare all’illuminazione di insegne pubblicitarie, vetrine, giardini, decorazioni e oggetti dalle 22.00 alle 06.00.”
Mentre gli addobbi natalizi possono rimanere accesi fino all’una nel periodo che va dal primo giorno di Avvento all’Epifania
Questa sentenza rafforza la posizione che Dark-Sky Switzerland e mette in pratica la nuova norma SIA 491.
1c_250-2013 (pdf)
La terza pagina del CdT di sabato è stata dedicata ad un approfondimento sull’astronomia in Ticino. Una ricca pagina curata da Romina Borla con un’intervista a Stefano Klett sul tema dell’inquinamento luminoso.
Le notti anche in Ticino sono sempre meno buie, complice il proliferare di nuove fonti luminose che spesso rischiarano troppo e/o male. E l’inquinamento luminoso non infastidisce solo astronomi e astrofili, impedendo loro di osservare il cielo stellato. L’aumento esponenziale di luci artificiali può avere gravi conseguenze sulla natura e sulla salute dell’uomo, sottolinea l’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (cfr. «Prevenzione delle emissioni luminose, raccomandazioni»). L’inquinamento luminoso provoca danni all’habitat di animali notturni, con conseguenze a volte letali, e modifica il comportamento di numerose altre specie. Nell’uomo favorisce l’insorgere di disturbi del sonno dovuto alle alterazioni del ritmo circadiano. E crea assuefazione ad un paesaggio notturno eccessivamente rischiarato. L’uso smodato e la dispersione di luce hanno effetti anche sulla sicurezza stradale, in quanto possono abbagliare o distrarre i conducenti. Senza contare la perdita economica: «Si stima che l’illuminazione sprecata – ovvero la luce irradiata verso il cielo – si aggiri attorno al 40%», si legge sul sito del Cantone ( WWW.TI.CH/TROPPALUCE ). «È da almeno un decennio che si parla di questo fenomeno, ma non è ancora stata elaborata una legge finalizzata a contrastarlo», dice Stefano Klett , responsabile della sezione ticinese di Dark Sky Switzerland, associazione che si prefigge di coordinare gli sforzi per salvaguardare il buio notturno. Nel 2007 però il Cantone ha emanato delle «Linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso» con indicazioni precise: ad esempio acquistare lampade più efficienti, adattare la potenza di emissione in modo da ottimizzare l’illuminazione, illuminare solo l’oggetto d’interesse, gli apparecchi devono illuminare di principio dall’alto verso il basso. E ancora: valutare l’uso di dispositivi che si accendono solo in caso di necessità, l’illuminazione di insegne – fatta eccezione per i servizi prioritari (farmacie, ospedali) e per gli esercizi pubblici – è ammessa dal crepuscolo alle 24, ecc. «Purtroppo si tratta solo di suggerimenti che di frequente vengono ignorati», denuncia Klett. Ma ci sono altri segnali positivi. Pure la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti (SIA) ha di recente emanato una normativa denominata «Prevenzione delle emissioni inutili di luci all’esterno». «Anche qui si tratta di indicazioni non vincolanti», fa notare l’esperto. «Ogni comune è libero di decidere se seguirle o no. In ogni caso giudichiamo positiva l’iniziativa che mira a sensibilizzare una categoria chiave, quella dei progettatori e dei costruttori». Invece a Dark Sky Switzerland non è piaciuta per niente «la trovata» del Club Alpino Svizzero (CAS). «In occasione dei festeggiamenti per i 150 anni di attività – spiega Klett – il CAS ha deciso di illuminare 26 capanne alpine, una anche in Ticino: la capanna del Basòdino in Val Bavona (l’evento si è tenuto giovedì scorso, ndr.). La decisione ci stupisce e ci irrita. Come sostiene Francesco Cavalli nell’interrogazione che ha inoltrato al Consiglio di Stato a questo proposito, risulta incomprensibile che un’associazione attiva nella tutela dell’ambiente alpino e della sua fauna (statuto CAS Art 3-3) promuova episodi di inquinamento luminoso». Atteggiamento troppo rigido? Forse, ma intanto anche da noi la notte sta scomparendo.
2013-07-20 Corriere del Ticino