Azione: Quando la notte non è abbastanza buia

Inquinamento luminoso Anche in Ticino si è persa completamente l’oscurità: un pericolo per i volatili e per l’ecosistema, un problema per il sonno, un rischio per la sicurezza stradale e uno sperpero di risorse energetiche

2013-09-07Ogni giorno vengono accese nuove fonti luminose, che sovente illuminano troppo emale. Negli ultimi vent’anni le emissioni di luce sono di conseguenza aumentate del 70 per cento e, per far fronte alla problematica, dieci anni or sono è nata anche in Ticino una sezione di Dark Sky Switzerland, associazione che si prefigge di coordinare gli sforzi per salvaguardare il buio notturno. Le notti diventano di fatto sempre meno buie, con conseguenze negative a livello economico, ecologico e culturale, senza dimenticare la sicurezza stradale e gli aspetti scientifici. In molti casi si abusa della potenza in termini di energia elettrica installando degli impianti con un’intensità eccessiva, oppure si accendono luci superflue. Ma l’inquinamento si verifica soprattutto perché s’illumina male, utilizzando cioè dei lampioni obsoleti o mal progettati oppure ancora privilegiando l’estetica alla funzionalità. Con queste prerogative, il fascio di luce va a disperdersi verso luoghi non necessari (verso l’alto o ai lati). Un discorso che vale soprattutto per le insegne, pubbliche o private, e per l’illuminazione stradale.

Le conseguenze sono il consumo inutile di elettricità o di altre risorse energetiche (fattore economico), l’abuso dell’oscurità notturna (fattore ambientale) e l’offuscamento delle stelle (carattere astronomico). La sezione ticinese di Dark Sky, che ha ripreso il lavoro iniziato in collaborazione con la Società astronomica ticinese, ha voluto documentare la situazione sul nostro territorio, effettuando delle misurazioni dell’inquinamento luminoso del Ticino. Il procedimento si è basato su delle fotografie aeree, scattate sorvolando dal passo del Lucomagno (il punto più buio del Ticino) fino a Chiasso, dove il cielo soffre anche delle immissioniprovenientidallaLombardia. Sono pure stati eseguiti, con un apposito apparecchio, dei rilievi della brillanza della volta celeste: la cartografia elaborata conferma che, anche in Ticino, i centri cittadini e le località adiacenti hanno perso completamente la propria oscurità. Pure nelle regioni apparentemente più nere si può sempre scorgere il bagliore cittadino, che è andato così a invadere inmodo irruente la quiete della notte. Le misure rivelano che Biasca è 2,4 volte più luminosa del Lucomagno, Bellinzona 7 volte, Mendrisio 10 volte, Chiasso 15 volte e Lugano 24 volte.

Se è vero che gli impianti di ultima generazione (Led per esempio) hanno, a volte, un costo superiore allamedia, la differenza di prezzo viene presto ammortizzata per la più lunga durata, per la ridottamanutenzione e per lemigliori prestazioni.Dark Sky indica che in diverse città elvetiche è stato possibile risparmiare oltre il 40 per cento con il solo adattamento dei sistemi d’illuminazione. Un’altra serie di conseguenze vede compromessi il sonno e il volo degli uccelli. Oltre agli aspetti finanziari, servirebbero degli interventi per porre rimedio alle ripercussioni ecologiche, che toccano sensibilmente la fauna. È stato, per esempio, appurato che l’eccessivo chiarore notturno mette in difficoltà la migrazione dei volatili, dato che circa i due terzi degli uccelli migratori si spostano nel buio, sfruttando pure le stelle per orientarsi.

La Stazione ornitologica Svizzera di Sempach ha sperimentato la reazione degli uccelli in prossimità di fonti di luce artificiali, osservando due tipi di reazione: attrazione e spavento. Entrambi i casi generano unamodifica della traiettoria con un sicuro smarrimento. Anche gli insetti risentono della situazione. Essendo fortemente attratti dai fasci luminosi, contro la cui fonte essi si schiantano, rischiano un epilogo fatale a dipendenza della temperatura della lampada. Emblematico è l’episodio della Jungfrau, dove negli anni ’70migliaia di volatili andarono a sbattere contro le pareti delle montagna a causa della nuova insegna luminosa posata per evidenziare la presenza del famoso trenino. Si calcola che nella stagione estiva, oggimuoiano circa 150 insetti per notte su ogni lampada stradale, una strage con ripercussioni su tutto l’ecosistema. Anche l’uomo deve sopportare i disagi di un’eccessiva luminosità. I più toccati sono sicuramente gli amanti degli astri, che si vedono privati della loro «palestra»: il cielo, ormai offuscato dall’eccessivo bagliore. La luce dispersa schiarisce il fondo della volta celeste, rendendo invisibili gli oggetti più deboli e la quasi totalità delle stelle, precludendo così qualsiasi osservazione astronomica.

Un altro problema sono i casi di disturbi del sonno, di cui soffre circa il 20 per cento della popolazione: sono in aumento e in parte sono riconducibili alla mancanza di notti buie. Infine, c’è l’aspetto legato alla sicurezza stradale, dato che spesso i lampioni illuminano in modo scorretto, abbagliando l’automobilista. Dark Sky è dunque attiva per incentivare l’uso ragionevole delle fonti luminose e propone delle linee guide per diminuire questo tipo d’inquinamento. Esse prevedono cinque semplici criteri di base: illuminare solo dove è indispensabile, solo il soggetto (non il contorno), nella direzione corretta (in direzione opposta al cielo), utilizzando lampade adeguate e solo quando è indispensabile. A tal proposito, sono diversi i Comuni ticinesi che si stanno impegnando con una serie di accorgimenti per risparmiare energia e, nell’ambito di «Città dell’energia», propongono diversi espedienti anche per diminuire l’inquinamento luminoso. Il Consiglio federale ha da parte sua appoggiatomisure contro le emissioni nocive, approvando il 13 febbraio 2013 il rapporto relativo all’impatto della luce artificiale sulla diversità delle specie e gli esseri umani.

Rispondendo a un postulato della Consigliera nazionale zurighese Tiana Angelina Moser, il Consiglio federale ha riconosciuto il forte aumento dell’inquinamento luminoso, possibile causa dei notevoli disturbi alla fauna notturna e, inmisura crescente, anche al benessere della popolazione. Nel suo rapporto propone di adeguare la legislazione e d’intensificare la ricerca nel campo delle emissioni luminose.

Elia Stampanoni

2013-07-08 Azione (pdf)

 

Gente Sana: Spegnere la luce per vivere meglio

La luce artificiale ha un impatto negativo sulla natura e sull’essere umano. Nell’ultimo ventennio, in Svizzera le emissioni luminose sono aumentate del 70% e il Canton Ticino risulta tra i cantoni più «inquinati» a livello nazionale. Ne abbiamo parlato con Stefano Klett, presidente di Dark-Sky Ticino che ha suggerito alcune misure da adottare per salvaguardare l’ambiente e la salute.

di Amelia Valsecchi Jorio

gsDormire al buio fa bene e il sonno è ristoratore. A volte però, soprattutto nei centri urbani, laddove lampioni e monumenti rimangono accesi tutta la notte emettendo luce nell’atmosfera circostante, risulta assai difficile, così come osservare la volta celeste. Fortunatamente in Ticino si possono raggiungere facilmente i monti e le valli dell’alto Ticino, dai quali è ancora possibile osservare indisturbati il cielo e le stelle. Ma cosa si intende quando si parla di inquinamento luminoso? Lo abbiamo chiesto a Stefano Klett, presidente di Dark-Sky Ticino: «La definizione scientificamente corretta adottata da Starlight Unesco è questa: “Ogni forma di luce artificiale che si irradia, direttamente o indirettamente nell’ambiente”».

Gli effetti negativi si riscontrano solo sull’ambiente?

«L’inquinamento luminoso ha effetti negativi sull’ambiente, ma anche sull’uomo. È stato provato che illuminare artificialmente un albero per un lungo periodo lo fa deperire. La terra è basata su cicli naturali e le piante alternano il lavoro diurno al riposo notturno. Sollecitando gli alberi al lavoro notturno, obbligandoli a fare la fotosintesi anche di notte, li portiamo alla morte, perché la natura non ha modo come noi di ripararsi dalla luce».

Quali effetti può provocare l’inquinamento luminoso sulle persone?

«L’inquinamento luminoso, oltre a impedire una buona osservazione della volta celeste e quindi interferire con il lavoro degli astrofili, crea disturbi anche all’organismo umano. Dormire d’estate con le tapparelle aperte è quasi impossibile. Uno studio sul sonno dell’Università di Basilea, ha dimostrato che la produzione di melatonina -l’ormone prodotto dal cervello che regola il sonno e la veglia- è alterata dalla luce artificiale. Un altro studio scientifico sulle infermiere ha dimostrato una maggiore incidenza di tumori al seno tra quelle che lavorano di notte». Una maggiore illuminazione notturna delle strade, soprattutto nei quartieri residenziali, porta a una maggiore sicurezza? «Niente di più sbagliato. Una corretta il luminazione non implica necessariamente che si rischiari a giorno un quartiere o una strada. Un oggetto o una persona più sono messi in luce, meno si distinguono. Illuminare maggiormente le strade può provocare addirittura l’effetto contrario, più s’illumina e più gli automobilisti tenderanno a aumentare la velocità di transito».

Quali misure bisogna adottare per illuminare correttamente le strade con i lampioni?

«La cosa principale da considerare è che illuminino verso il basso. Tutti i lampioni inclinati che disperdono luce verso l’alto sono inquinanti. I lampioni moderni, quelli con il vetro piano, se istallati correttamente (vetro parallelo all’orizzonte), illuminano correttamente la strada senza inquinare l’ambiente circostante. Un altro problema sono le lampadine utilizzate, oggi le lampade al mercurio devono essere sostituite con quelle al sodio che fanno molta più luce, se questa è mal direzionata, la luce emessa verso le zone non necessarie aumenta considerevolmente ». Nel 2007 sono uscite le linee guida del Cantone per la prevenzione dell’inquinamento luminoso, cos’è cambiato da allora? «Poco, purtroppo assistiamo ancora oggi alla mancanza di rispetto delle linee guida, si noti per esempio l’errore di illuminazione all’entrata e all’uscita della nuova galleria Vedeggio-Cassarate, tutti i lampioni hanno l’inclinazione sbagliata ».

Quali consigli si possono dare alle persone per sensibilizzarle al problema?

«Primo, illuminiamo solo dove è indispensabile, secondo, utilizziamo una schermatura, cioè illuminiamo solo l’oggetto e non ciò che sta attorno. Terzo, illuminiamo in direzione opposta al cielo, quarto, utilizziamo lampade adeguate e, quinto, spegniamo le luci quando non è necessario che restino accese».

Si potrebbe proporre una lezione per le scuole?

«Certo, abbiamo già fatto una presentazione alle scuole medie di Camignolo e ci siamo accorti che i bambini restano meravigliati e coinvolti dalla tematica. I ragazzi sono più sensibili nei confronti dell’inquinamento e bisogna rendersi conto che chi abita in città, dove l’illuminazione notturna è onnipresente, non ha mai fatto l’esperienza di vedere da vicino il cielo stellato».

Che cosa la secca particolarmente a riguardo dell’inquinamento luminoso?

«Sono indignato, tra le altre cose, per l’iniziativa del CAS (Club Alpino Svizzero) di incaricare un “artista” svizzero di illuminare 28 capanne svizzere, a turno, in occasione del 150° anniversario della fondazione. Trovo l’idea assurda e controproducente, si va in montagna per cercare di osservare il cielo in santa pace ed è proprio un controsenso che si cerchi di creare una situazione analoga a quella delle città. La trovo un’iniziativa molto diseducativa e spero che il CAS provveda a evitare altri scempi simili».

Chi fosse interessato può diventare membro di Dark-Sky Sezione Ticino pagando la tassa sociale e iscrivendosi alla mailing list all’indirizzo: darksky.ch/ti (iscrizioni e mailing list).

Dark-Sky Sezione Ticino

L’associazione Dark-Sky Sezione Ticino è nata per proteggere il cielo naturale dall’inquinamento della luce artificiale. Come Dark-Sky Switzerland si prefigge lo scopo di battersi affinché non si disperdano luce e energia inutili e si possa prevenire l’illuminazione scorretta di strade e monumenti presenti sul territorio. Dark-Sky Sezione Ticino lavora a stretto contatto con la Società Astronomica Ticinese (astroticino.ch).

ticinostellato.astromania.ch/news/
darksky.ch
cielobuio.org

Avete un lampione davanti alla finestra che vi disturba?

Potete scrivere due righe al comune dicendo che il lampione non è a norma riferendovi alle linee guida del Cantone, e alla normativa SIA 491, vedi: www. ti.ch/troppaluce e tinyurl.com/sia491, mettendo in copia a:

Dark-Sky Switzerland Sezione Ticino (DSS-TI), Casella postale 316, 6528 Camorino.


2013-07 Gente Sana (pdf)

www.gsana.ch

 

CdT: Interrogazione: Inopportuna l’illuminazione delle capanne?

Il Club Alpino Svizzero, nell’ambito dei festeggiamenti per i suoi 150 anni di attività, ha in programma di illuminare 26 capanne alpine, una per Cantone. In Ticino l’evento è previsto al Basodino il 26 luglio. Un’iniziativa che è al centro dell’interrogazione parlamentare del deputato al Gran Consiglio Francesco Cavalli (Sinistra).

cdt_09«Queste illuminazioni “artistiche” – osserva il granconsigliere – costituiscono un evidente episodio di inquinamento luminoso in zone che dovrebbero invece beneficiare della massima tutela ambientale, compreso il buio notturno. Stupisce che sia proprio un’associazione come il CAS, attenta alla protezione dell’ambiente alpino e della sua fauna, a compiere un simile passo falso». Cavalli con l’interrogazione chiede pertanto al Consiglio di Stato se «è a conoscenza del progetto del CAS di illuminare le capanne alpine, in particolare quella del Basodino? Per l’illuminazione della capanna del Basodino è stata richiesta un’autorizzazione? In caso affermativo chi ha dato la concessione e in quali termini? In caso negativo il Consiglio di Stato ritiene che il CAS abbia la libertà di illuminare come e quando vuole l’ambiente alpino?».

2013-06-26 Corriere del Ticino

 

TiO: Si illuminerà la Capanna del Basodino, Cavalli: “Inquinamento luminoso”

Il deputato ha inoltrato una interrogazione al Consiglio di Stato per esprimere il suo disappunto su questa iniziativa del CAS per festeggiare il 150esimo della fondazione del Club

tio_logoBELLINZONA – Il deputato Francesco Cavalli (PS), in un’interrogazione parlamentare datata 23 giugno, si rivolge al Consiglio di Stato esprimendo il suo stupore per l’intenzione del Club Alpino Svizzero di illuminare 26 capanne alpine, una per cantone, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni di attività.

In Ticino l’evento è previsto al Basodino il 26 luglio. “Queste illuminazioni “artistiche” – si legge nel documento – costituiscono un evidente episodio di inquinamento luminoso in zone che dovrebbero beneficiare della massima tutela ambientale, compreso il buio notturno. Stupisce che sia proprio un’associazione come il CAS, attenta alla protezione dell’ambiente alpino e della sua fauna, a compiere un simile passo falso”.

Secondo il deputato il luogo è sbagliato e questa azione potrebbe costituire un precedente per poi giustificare ulteriori iniziative di questo genere.

Le domande del gran consigliere al Consiglio di Stato:

È a conoscenza del progetto del CAS di illuminare le capanne alpine, in particolare quella del Basodino?

Per l’illuminazione della capanna del Basodino è stata richiesta un’autorizzazione?

In caso affermativo chi ha dato la concessione e in quali termini?

In caso negativo il Consiglio di Stato ritiene che il CAS abbia la libertà di illuminare come e quando vuole l’ambiente alpino?

TIO

IlCaffè: PERCHÈ NON CI SONO PIÙ LE STELLE DI UNA VOLTA

Ecco tutti i danni e gli sprechi dell’inquinamento luminoso

ilcafe-logo_02Fra le tante forme di inquinamento che ci circondano minacciosamente ce n’è una particolarmente trascurata: quella luminosa. E non si tratta, alzato gli occhi al cielo in queste notte estive, solo di constatare che non ci sono più le stelle di una volta. L’esagerata ed incontrollata diffusione di luce, infatti, genera non poche ripercussioni sia sull’uomo, sia sull’ambiente che lo circonda. Il rapporto “Star”, Statistica ticinese dell’ambiente e delle risorse naturali – appena pubblicato dall’Ustat in collaborazione con la Divisione dell’ambiente giustamente segnala come gli effetti dell’inquinamento luminoso sulla regione spazino dalla limitazione o privazione del cielo stellato all’inutile spreco energetico, dall’alterazione degli ecosistemi (incidendo fortemente, ad esempio, sul comportamento delle specie migratorie e non solo) fino agli effetti negativi sulla salute dei cittadini, a partire dai disturbi del ritmo biologico.

Come se non bastasse, poi, l’eccessivo uso di illuminazione notturna da parte dei ticinesi è ulteriormente accentuato dalle emissioni provenienti dalla Pianura Padana, in particolare dal capoluogo lombardo che riesce, con il suo alone di luce metropolitana, ad estendersi per decine e decine di chilometri. A scanso d’equivoci meglio precisare subito che non si tratta di un’ulteriore minaccia di “frontalierato luminoso”. Le tabelle pubblicate dal rapporto Star, infatti, mostrano chiaramente come soprattutto in certo punti del territorio come a Mendrisio o a Bodio, l’inquinamento prodotto in loco sia predominante. Le sole emissioni luminose prodotte da tutti i centri urbani ticinesi generano un impatto nel raggio di circa venti, trenta chilometri. Fatto sta che non c’è nessun punto del cantone, nemmeno nei luoghi più discosti, che possa rivendicare una porzione di volta celeste imperturbata. Nè vale, come consolazione, sapere che le zone immuni da inquinamento luminoso più vicine al Ticino si trovano in Francia e in Austria.

È ancora presto per valutare se l’attuale inquinamento luminoso peggiorerà ulteriormente, nè è possibile configurare una tendenza rispetto al passato. Solo da due anni, infatti, è stata creata una rete di stazioni di rilevamento, che consente di misurare in tempo reale la “brillanza”, cioè il grado di luminosita del cielo, monitorando l’inquinamento luminoso e la sua evoluzione. La rete, però, creata in collaborazione con Dark-Sky Switzerland- Sezione Ticino e alcuni osservatori astronomici ticinesi, non ha dubbi nell’individuare le cause. Se il numero delle stelle visibili in Ticino è più che dimezzato, è perché le sempre più crescenti emissioni luminose sono spesso generate da impianti d’illuminazione sovradimensionati o comunque mal progettati. Illuminazioni che disperdono una gran parte di luce nell’ambiente, fuori dalle zone a cui dovrebbe essere dedicata, ed in particolare proprio verso il cielo.

Sono molte le conseguenze sul comportamento degli uccelli e sulla sulla salute dell’uomo
L’ASTROFILO
“L’illuminazione delle nostre città deve migliorare”

m.l.r.

“Sì, l’inquinamento luminoso è un problema. Troppo a lungo la questione non è stata presa nella dovuta considerazione. Ma qualcosa sta iniziando a cambiare”. Per Stefano Klett, astrofilo ticinese, vicepresidente nazionale di DarkSky, associazione nata con il proposito di studiare l’inquinamento luminoso, i segnali di miglioramento ci sono.

Il Consiglio federale ha approvato un rapporto sull’impatto della luce artificiale. Un segno che la presa di coscienza aumenta?

“La politica comincia a occuparsene. Piccoli segnali giungono anche dal mondo del lavoro”.

Può fare un esempio?

“La società degli ingegneri e architetti (Sia) ha approvato una norma contro l’inquinamento luminoso. Ma ci sono anche esempi negativi”.

A cosa si riferisce?

“Trovo inconcepibile che nel nuovo svincolo di Lugano Nord, alle due estremità del tunnel, ci siano delle luci inclinate”.

L’inquinamento atmosferico è riconducibile alla inclinazione non ottimale?

“La luce artificiale che va verso l’alto, riflettendo le particelle nell’atmosfera schiarisce il cielo, per così dire”.

E noi non vediamo più le stelle.

“Già. La lista però è lunga. Le rotte degli uccelli migratori sono stravolte. Le piante che crescono vicino ai lampioni non distinguono il giorno dalla notte. E così via”.

Le nuove tecnologie come la Led possono aiutare?

“Il problema non è… Led o non Led. Si tratta di una tecnologia come un’altra. Il problema è cercare di capire cosa, e quanto, vogliamo illuminare”.

Ritiene che abusiamo della luce?

“Sicuramente abbiamo sottovalutato le conseguenze dell’inquinamento luminoso”.

La domanda s’impone: cosa fare?

“Un esempio a caso: le aziende responsabili dell’illuminazione pubblica, dovrebbero fare maggiore attenzione a questo problema.

“Klett:“Inconcepibile che nel nuovo svincolo di Lugano Nord, ci siano delle luci inclinate””

2013-06-23 Il Caffè (pdf)

Links:

caffe.ch/stories/cultura/43666_non_ci_sono_pi_le_stelle_di_una_volta/

caffe.ch/stories/cultura/43667_ma_la_sensibilit_al_problema_cresce/

LaRegione: Inquinamento luminoso per il 150° del Cas

Nel 1863 fu fondato il Club Alpino Svizzero da 35 appassionati della montagna, e attualmente gli aderenti al club sono 140mila. Nell’anno del 150esimo della sua esistenza il Cas sta organizzando i festeggiamenti dando luogo a 150 eventi fra i quali figura anche il progetto dell’illuminazione artistica di 26 delle sue capanne, una per cantone. Come membri del Cas ci stupisce e ci irrita una decisione in tal senso, giacché la riteniamo un’iniziativa sbagliata, per il fatto che risulta incomprensibile che un’associazione, attiva nel preservare le Alpi e nel proteggere il mondo alpino e la natura (statuto Cas Art 3–3), promuova l’illuminazione di oggetti nelle Alpi, coprendo estensioni di centinaia di metri quadrati moltiplicati per 26 volte.

di Reto Nai, Bellinzona

2013-casNegli ultimi 20 anni è stato registrato un forte aumento (del 70%) della luce artificiale nell’ambiente e queste fonti luminose straordinarie possono causare disturbi alla fauna notturna, come pure al benessere della popolazione. Del problema dell’inquinamento luminoso ne è cosciente il Consiglio federale che emana leggi, regolamenti e autorizzazioni, e lo è parimenti il Cas.

Ora, ciò che risulta essere inconcepibile e contraddittorio nella filosofia del Club alpino, sta proprio nell’atteggiamento di promuovere un’operazione del genere: infatti, la diffusione mediatica delle immagini di simili eventi porta a credere che illuminare luoghi, che spesso sono anche in prossimità di aree protette e che dovrebbero beneficiare del buio naturale, rappresenti un buon veicolo sia per propagandare la manifestazione stessa, sia per dare visibilità all’associazione che promuove l’evento.

Non è purtroppo una primizia quella di illuminare capanne o zone adiacenti: nel 2010 era stata illuminata la capanna Terri, rifugio che si trova a ridosso di un oggetto Ifp (Inventario federale dei Paesaggi, siti e monumenti storici d’importanza nazionale), siti che il Cas stesso promuove per essere definiti come tali! Nel 2012, per il 100° anniversario della costruzione della linea ferroviaria della Jungfrau, era stata illuminata una grande superficie della parete della Jungfrau. Pure la vetta dell’Allalin, un 4000 del Vallese, è già stata illuminata come pure la cima del Pilatus che, con autorizzazione federale permanente, rimane parzialmente illuminata durante la notte. Da non scordare sono inoltre le illuminazioni di piste di sci con potenti luci che permettono la pratica serale dello sport, oppure le sempre più numerose illuminazioni di beni culturali, castelli e quant’altro. La scelta fatta dal Comitato centrale (Cc) del Cas è quindi da biasimare, anche perché con questo agire sminuisce, svaluta, ridicolizza e svilisce tutti gli sforzi intrapresi, come pure quelli ancora in corso, per sensibilizzare la popolazione sul problema dell’inquinamento luminoso, venendo nel contempo anche meno al rispetto della fauna notturna, degli animali selvatici, degli uccelli migratori che perdono il senso dell’orientamento, che dall’oscurità dipendono.

Avremmo preferito che le risorse utilizzate per un simile progetto fossero piuttosto destinate a migliorie nelle capanne o sui sentieri, oppure in manifestazioni ricreative-culturali organizzate nelle stesse 26 capanne; interventi forse meno spettacolari per la mediatizzazione, ma sicuramente più apprezzati e a beneficio di tutti gli escursionisti, ora e nel futuro: un bel regalo alle sezioni e ai viandanti membri e no. Si invita il Cc del Cas a essere maggiormente coerente con i principi propugnati negli statuti e che prenda delle misure concrete affinché in futuro non si ripetano simili eventi.

2013-06-30 LaRegione (pdf)