LaRegione: Un regolamento per salvare la notte

Il Cantone prende le misure al buio Una rete di sensori valuterà l’evoluzione dell’inquinamento luminoso del cielo ticinese Intanto l’autorità prevede di varare un regolamento vincolante sull’illuminazione artificiale L.B.


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Inquinamento luminoso

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TI-PRESS Quando il troppo stroppia

La lotta all’inquinamento luminoso, attualmente affidata alla sensibilità dei singoli enti locali, potrebbe trovare in Ticino una base legale cantonale. Il Consiglio di Stato vuole infatti elaborare un regolamento capace di far applicare in modo «più sistematico» da parte dei Comuni le “Linee guida” pubblicate nel 2007 dal Dipartimento del territorio. Linee guida in cui si forniscono i principi per una corretta gestione dell’illuminazione artificiale. Nel contempo la Sezione protezione aria, acqua e suolo (Spaas) ha già dato avvio ad una campagna di misurazione a medio termine della qualità del cielo ticinese. Nei prossimi mesi saranno installati sul territorio cantonale una serie di rilevatori automatici in grado di misurare quanto la luce artificiale si sostituisca al naturale buio della notte. I dati così acquisiti – analogamente a quanto avviene per l’ozono, le polveri fini ed altre sostanze inquinanti – saranno raccolti e diffusi dall’Osservatorio ambientale della Svizzera italiana (Oasi).

Una base legale

L’idea di rendere più vincolanti le linee guida elaborate tre anni or sono è contenuta nel Rapporto cantonale sulla protezione dell’ambiente approvato nel dicembre dello scorso anno dal governo ticinese. Un documento che per la prima volta prevede un capitolo interamente dedicato all’inquinamento luminoso. Se il parlamento dovesse dare il via libera al rapporto, il Ticino sarebbe il primo cantone elvetico a darsi delle regole per la gestione delle luci artificiali.

«Il problema è che linee guida non sono vincolanti e non hanno una base legale solida – spiega a ‘laRegione’ Alessandro Da Rold, collaboratore della Sezione protezione aria, acqua e suolo –. La legge federale sull’ambiente stabilisce che tutte le emissioni potenzialmente moleste devono essere limitate. Il problema è però la definizione di “molesto”». In assenza di una normativa chiara a livello federale, i cantoni hanno dunque la facoltà di elaborare proprie regolamentazioni. «Per farlo vi sono due strade: creare un regolamento ad hoc oppure intervenire su tutte le leggi che toccano il campo dell’illuminazione notturna – osserva Da Rold –. Purtroppo le norme che concernono in qualche modo le emissioni luminose sono tantissime. Il Ticino si è dunque orientato verso un regolamento unico. Prima di scriverlo, ovviamente, dobbiamo attendere che il Gran Consiglio valuti il rapporto sulla protezione dell’ambiente. Se il plenum dovesse approvarlo, ci metteremo al lavoro. Non si tratterà comunque di una norma complicata da scrivere siccome si baserà sulle attuali linee guida». Dopo il sì del Gran Consiglio, il regolamento potrebbe essere pronto entro un paio d’anni.

Misurare l’oscurità

Nel frattempo sarà già verosimilmente operativa la campagna di misurazione del tasso di inquinamento luminoso voluta dal Territorio. «Il nostro intento è quello di misurare le variazioni della luminosità artificiale nel tempo – sottolinea Da Rold –. Il progetto, sviluppato in collaborazione con Dark-Sky Ticino, è attualmente in fase di pianificazione avanzata. Gli apparecchi, che non abbiamo ancora installato, saranno inizialmente piazzati nei luoghi più sensibili al problema, ovvero gli osservatori astronomici». Dopo la posa degli strumenti sarà avviata la fase di test «per essere sicuri che i dati misurati siano affidabili».

Già, perché le difficoltà di misurare il buio non sono indifferenti. Ad esempio i dati sulla luminosità del cielo dovranno essere messi in relazione alle condizioni meteorologiche: un cielo velato può infatti diffondere le luci puntate verso l’alto e quindi generare l’impressione di un inquinamento luminoso maggiore di quello realmente esistente in quella zona. «Sembra semplice, ma per poter disporre di dati attendibili è necessario tenere in considerazione numerosi fattori – rileva Da Rold –. Fortunatamente nel caso della meteorologia siamo già in possesso dei dati meteo necessari e l’apparecchio di misura è già predisposto per la loro integrazione».

L’archiviazione dei dati forniti dai misuratori sarà garantita dalla banca dati dell’Oasi, «già predisposta a questo scopo», precisa Da Rold. La pubblicazione dei rilevamenti in tempo reale sul sito internet del Cantone, come avviene già oggi per molte sostanze inquinanti, potrebbe però avvenire in un secondo tempo, poiché, spiega il collaboratore della Spaas, «prima di metterli a disposizione, vorremmo poter disporre di un buon numero di misurazioni».

Una volta attivato, il progetto fornirà nuove indicazioni sulla situazione del cielo ticinese dopo che nel 2005 uno studio promosso da Dark-Sky Ticino aveva fatto rilevare la scomparsa della notte dai cieli ticinesi. Mentre i centri cittadini “hanno perso completamente l’oscurità” si leggeva nel rapporto, persino sul Lucomagno – luogo più buio di tutta la Svizzera – sarebbe possibile scorgere il chiarore degli agglomerati urbani.

Che cos’è

L’inquinamento luminoso è generato dalla dispersione verso l’alto di luce artificiale durante le ore notturne. Fra le conseguenze dirette vi sono la diminuzione del numero di stelle visibili da terra, lo spreco di energia elettrica, problemi di sicurezza stradale, influssi sulla salute delle persone e alterazioni dell’ecosistema. È possibile prevenire questi effetti evitando, ad esempio, di installare lampade superflue ed eliminando quelle non più funzionali, utilizzando impianti a ridotto consumo energetico e dotati di schermatura per dirigere la luce nel luogo esatto da illuminare, orientando i fasci di luce dall’alto al basso e limitando l’illuminazione artificiale al solo periodo in cui è necessaria.

Luci moleste, ‘Il Ticino avanti rispetto alla Svizzera interna’

Sono una decina i casi aperti presso la Sezione della protezione aria, acqua e suolo (Spaas) del Dipartimento del territorio riguardanti illuminazioni eccessive. In realtà le segnalazioni giunte alla Spaas sarebbero molte di più, tuttavia «parecchi casi li abbiamo risolti bonalmente, andando a parlare con l’inquinatore», che non di rado è un ente pubblico, spiega Alessandro Da Rold. «I Comuni stessi, con l’illuminazione stradale, sono i primi inquinatori; non lo fanno per cattiva volontà, semplicemente quello dello spreco d’energia è un problema che in passato nessuno si era posto». Un tema, l’inquinamento luminoso, su cui i ticinesi sembrano essere più sensibili rispetto ai concittadini confederati. La sensazione è che in Ticino, una volta presa coscienza del problema, le cose siano evolute a ritmo spedito. «Nel 2007 abbiamo pubblicato le “linee guida cantonali” per una corretta gestione dell’illuminazione. In seguito si sono eseguiti numerosi interventi puntuali. Da quanto posso constatare dialogando con i colleghi della Svizzera interna, su questo tema il nostro cantone è davvero all’avanguardia». Benché siano pochi i Comuni ticinesi ad aver implementato le linee guida tramite ordinanze, «molti enti locali le fanno comunque rispettare». Non solo i Municipi, ma anche la popolazione a sud delle Alpi sembra essere più sensibile al tema. Tanto che Da Rold ipotizza che riguardo l’eccessiva illuminazione «potrebbe prodursi un fenomeno simile a quanto successo con le radiazioni non ionizzanti delle antenne di telefonia mobile: il Ticino è infatti l’unico cantone ad aver approvato un regolamento d’applicazione dell’ordinanza federale in materia. Sul tema, la popolazione ticinese si è dimostrata molto attenta e negli scorsi anni sono aumentate le proteste». Movimenti popolari che iniziano solo ora a farsi sentire al di là del Gottardo.

2010-05-17 LaRegione prima

2010-05-17 LaRegione

 

Meridiana 207 (maggio-giugno) – rapporto di attivita Dark Sky

Il rapporto di «Dark Sky» è stato presentato come consuetudine da Stefano Klett. Per la consomitanza con l’Anno dell’Astronomia, sono state organizzato delle serate osservative per il pubblico ai Castelli di Bellinzona in collaborrazione con il Municipio di Bellinzona, serate durante le quali è stata spenta l’illuminazione. A livello cantonale è stato redatto un rapporto ambientale che verrà presentato prossimamento al Gran Consiglio, nel quale compare un capitolo sull’inquinamento luminoso. In questo rapporto si raccomanda di istituire una legge per la protezione dall’inquinamento luminoso e di prodigarsi affinché questa legge venga rispettata. Klett segnala anche che è stata istituita una rete di apparecchiature per monitorare l’evoluzione dell’inquinamento luminoso tramite delle apposite installazioni sparse sul territorio cantonale. Infine va segnalato che a livello nazionale sono state emanate delle norme dalla SIA (Società Svizzera degli Ingegneri e Architetti) che sono state elaborate dall’ex vicepresidente di Dark-Sky Switzerland, signor Kobler.

» Meridiana 207 (maggio-giugno)  (pdf, p. 1-2 e 31)

 

LaRegione: Cadenazzo spegne le luci ‘moleste’ durante la notte

Dalle parole, ai fatti. A tre anni di distanza dall’inoltro della mozione del consigliere comunale de l’Altra Cadenazzo, Corrado Mordasini, Cadenazzo introduce l’ordinanza volta a combattere l’inquinamento luminoso. Nella nostra regione si tratta del secondo ente locale che compie questo passo dopo Lumino, dove le stelle… si possono ammirare anche di notte dal febbraio 2008. Il testo della risoluzione adottata dal Municipio lo scorso 23 marzo è stato pubblicato ieri all’Albo e lo sarà fino al 26 aprile prossimo. Eventuali contrari possono interporre ricorso al Consiglio di Stato.

laregione_08Il cambio di buona parte della compagine municipale (tra cui il sindaco: da Giuliano Maddalena a Flavio Petraglio) non ha quindi modificato l’opinione dell’Esecutivo sul tema. Che a suo tempo aveva già preavvisato favorevolmente all’attenzione del Legislativo – che poi l’approvò entro la fine della scorsa legislatura – la mozione presentata dal consigliere socialista. Corrado Mordasini sollecitava il Municipio ad elaborare una normativa per prevenire emissioni luminose moleste o dirette verso spazi in cui la luce non è necessaria. Così è stato: il Municipio, come si legge nel testo dell’ordinanza, intende promuovere «un’illuminazione efficace ed efficiente (illuminare solo ciò che si intende o è necessario illuminare, minimizzando il consumo energetico e gli effetti negativi sull’ambiente in generale)». Sette i punti contenuti nel documento. Il principale, che funge da cappello agli altri, è l’obbligo di spegnere illuminazioni e insegne pubblicitarie dalle 23 alle 5 (deroghe verranno concesse solo per «situazioni particolari»). È inoltre vietata la posa e l’installazione di show luminosi o skybeamer, i fasci di luce fissi o roteanti rivolti verso il cielo. Ai contravventori verrà inflitta una multa fino a mille franchi.

2010-04-13 LaRegione

 

La seconda stazione di rivelamento dell’inquinamento luminoso in Svizzera

La seconda stazione di rivelamento è stata installata con successo in Gnosca a una altitudine di 252 m s.l.m.
Stefano Klett, il vice-presidente di Dark-Sky Switzerland e responsabile della sezione Ticino è lieto che questo progetto del Cantone Ticino sia stato lanciato ufficialmente e rappresenti una prima svizzera nelle misurazioni ambientali.

La stazione di Gnosca si trova su Internet all’ OASI sotto luce notturna.

» Gnosca (DSS)

 

CdT: Illuminazione LED e scelte dei Comuni

Non vorrei che le preoccupazioni inerenti all’illuminazione esterna a LED, recentemente espresse dall’associazione che rappresento (Dark-Sky Switzerland Sezione Ticino), abbiano frenato l’entusiasmo di alcuni Comuni intenzionati al rifacimento dell’illuminazione pubblica. Intendo quindi fare un po’ di chiarezza.

cdt_09Non vorrei che le preoccupazioni inerenti all’illuminazione esterna a LED, recentemente espresse dall’associazione che rappresento (Dark-Sky Switzerland Sezione Ticino), abbiano frenato l’entusiasmo di alcuni Comuni intenzionati al rifacimento dell’illuminazione pubblica. Intendo quindi fare un po’ di chiarezza.
È vero, ci sono diversi dubbi a riguardo dell’utilizzo dei LED.
A causa della luce bluastra emessa (al limite del visibile), se utilizzati su grande scala, possono porre diversi problemi di salute all’uomo e alla natura.
A questo riguardo, si raccomanda che le autorità preposte effettuino degli studi approfonditi. Ma il discorso dell’illuminazione pubblica funzionale, a mio parere, va affrontato in modo diverso: non è una questione di LED o non LED.
Basta guardare fuori dalla finestra per rendersi conto che è assolutamente necessario che ci si impegni di più nel pianificare l’illuminazione esterna.
Quindi, prima di illuminare dappertutto, si rifletta a fondo sul quanto, dove, perchè e come illuminare.
In breve il concetto non deve essere (come spesso si crede) illuminare di più per illuminare meglio, ma dovrebbe essere illuminare meglio per illuminare di più e di conseguenza consumando meno, spendendo meno e diminuendo anche l’anidride carbonica immessa nell’atmosfera come pure le emissioni di luce inutili.
Per quel che riguarda l’illuminazione pubblica, spesso nei nostri comuni vengono ancora utilizzate lampade al mercurio vetuste e poco efficienti: un risanamento è quindi necessario, e non è una questione unicamente di cambiare la lampadina. È veramente necessario illuminare? E in caso di risposta affermativa, quanta luce è necessaria? Queste sono le domande che bisogna porsi (vi veda la documentazione inerente alle linee guida cantonali pubblicate nel novembre del 2007: http://www.ti.ch/troppaluce).
Ma è possibile che ancora oggi vengano installati apparecchi inclinati e non schermati che sprecano energia, emettendo luce direttamente e inutilmente verso l’alto? Per non parlare degli apparecchi a riflessione (le famigerate vele), con la scusa che sono architettonicamente più belli (questione di gusti) se ne fa un grande uso, senza specificare che sono energeticamente inefficienti (causando quindi dei costi inutili a tutti i contribuenti), che si sporcano facilmente e che emettono luce verso l’alto. Basta dire che solo il 50% della luce emessa va dove è necessario illuminare.
Eppure ci sono Comuni ticinesi che ne stanno ancora pianificando l’utilizzo. Basta far capo ai software specifici di simulazione illuminotecnica per capire di cosa sto parlando (per esempio http://tinyurl.com/EasyLight).
Per decidere quale tipo di illuminazione utilizzare, i Comuni devono farsi consegnare i dati (prodotti dalle simulazioni) in modo da poter confrontare tutti i parametri. Il Comune, in base a dati concreti, sarà in grado di decidere la soluzione ideale (e spesso a parità di luminanza i LED non sono la migliore soluzione, anche dal profilo energetico).
Per fare questo lavoro bisogna far capo ad uno studio illuminotecnico che non sia legato alla vendita di prodotti né alla fornitura di energia.
Per l’illuminazione segnaletica e quella decorativa, i LED sono invece sicuramente più idonei che altri tipi di illuminazione.
Nel primo caso, considerate le ridotte emissioni di luce, non pongono sicuramente problemi, anzi permettono di risparmiare energia.
Nel secondo caso i LED offrono sicuramente dei vantaggi, perchè in confronto alle dispendiose lampade alogene riescono ad illuminare in modo più mirato e consumando notevolmente meno energia.
Ma anche in questo caso si impone di determinare accuratamente la necessità di illuminare (è veramente necessario illuminare ogni chiesa o monumento?), la quantità di luce necessaria, la direzione delle luci e la loro schermatura.
Solo in questo modo sarà possibile evitare consumi e costi inutili, come pure fastidiose ed inutili emissioni di luce.
Come associazione siamo disponibili a fornire indicazioni concrete ai Comuni come pure ai professionisti del settore.

Stefano Klett
responsabile della Sezione Ticino Dark-Sky Switzerland; vicepresidente Società astronomica ticinese (SAT)

2010-01-26 Corriere del Ticino