Cielobuio lancia una protesta contro l’illuminazione del Cervino

Dal 10 al 19 luglio, si festeggiano in Valle d’Aosta (e in Svizzera) i 150 anni della conquista del Cervino: la ricorrenza sarà allietata da un ricco calendario di manifestazioni varie ed interessanti: tra queste però, si prevede anche l’illuminazione scenografica del Cervino per tutti i 10 giorni dei festeggiamenti.

2015_pwuwnkywgvsadvq-800x450-nopadLa montagna rappresenta un delicato ecosistema ed una fonte d’ispirazione per l’Uomo al pari del cielo stellato. Iniziative come quella di illuminare il Cervino di notte per creare una scenografia artificiale, ad uso e consumo di un certo turismo di massa, poco attento all’ambiente, promuovono un’immagine consumistica della montagna, equiparata ad un parco giochi, ostacolano la cultura del risparmio energetico, disturbano la fauna alpina e favoriscono il diffondersi dell’inquinamento luminoso. Ricordiamo in proposito che il cielo stellato, protetto da UNESCO e WTO (World Tourism Organization) mediante la Starlight Initiative, rappresenta uno dei richiami turistici caratteristici della Valle d’Aosta.

Per poter godere del maestoso spettacolo naturale, costituito dal Cervino sullo sfondo di un cielo nero tempestato di brillanti stelle, nel rispetto dell’ambiente e della fauna, chiediamo che la durata dell’illuminazione non superi un’ora a sera (in tale evenienza limitando perlomeno i giorni di accensione dei super proiettori, magari ai 2 soli week end) e che in ogni caso, non si protragga oltre la mezzanotte. Chiediamo inoltre che simili iniziative di illuminazione di montagne non siano più intraprese in futuro.

» Firmate qui (petitzione ciuso)

 

La Regione: Oltre cinquemila firme per ‘spegnere’ le Alpi

Sono oltre cinquemila le sottoscrizioni raccolte da Dark Sky Svizzera contro gli spettacoli luminosi nelle Alpi.

2015_juniper_shot_007La petizione – promossa dal vicepresidente dell’associazione, il ticinese Stefano Klett – chiede al governo federale il rispetto della legge sull’illuminazione esterna e, in particolare, di proteggere l’arco alpino dalle “emissioni luminose inutili” come quelle della manifestazione vallesana “13 étoiles”. Le firme sono state consegnate nei giorni scorsi al Dipartimento federale dell’ambiente.

2015-02-14 LaRegione

 

RSI RETE UNO: Quando la notte è troppo illuminata

Con Antonio Bolzani venerdì 30/01/15 13:00

lugano_notte_luci_tipress_2009Cosa è e perché esiste l’inquinamento luminoso? Perché le notti sono diventate tanto, forse, troppo chiare e piene di luci? Quali sono le fonti principali di emissione? I lampioni e le luci stradali? I cartelloni pubblicitari? I monumenti illuminati? Le vetrine dei negozi e dei centri commerciali? Partendo da un caso concreto che riguarda Angela Siegrist un’abitante di Fescoggia, frazione del Comune di Alto Malcantone, confrontata con dei lampioni che disturbano il riposo dei suoi asinelli, nella consulenza ci soffermiamo sulle alterazioni e sull’impatto dell’illuminazione notturna sulla natura, sulla flora, sulla fauna e sull’ambiente in generale, oggi più che mai meno al buio rispetto al passato. Perché e chi ha spento le stelle?

Ospiti:

Stefano Klett, vice-presidente di Dark-Sky Svizzera
Sergio Kraschitz, collaboratore scientifico della Sezione cantonale della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo del Dipartimento del territorio che spiega quali sono le linee guida federali, cantonali e comunali e come vengono applicate
Curzio Sasselli, sindaco del Comune di Alto Malcantone

» RSI Quando-la-notte-è-troppo-illuminata

 

LaRegione: Direttive senza stelle

Secondo l’associazione che combatte la luce superflua, le raccomandazioni cantonali non avrebbero ancora sortito effetti tangibili. E nel frattempo le stelle spariscono.

laregione_08Niente miglioramenti. Anzi, da sette anni a questa parte «la situazione è globalmente peggiorata». Non hanno inciso granché sinora le Linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso emanate nel novembre del 2007 dal Cantone. Questo almeno quanto constata Stefano Klett, presidente di Dark Sky Ticino, l’associazione che si batte per evitare la proliferazione di illuminazione non necessaria a sud delle Alpi. Ancora troppo poca, secondo Klett, l’attenzione dedicata da privati e Comuni verso le otto pagine di raccomandazioni stilate dalle autorità cantonali poco più di un lustro fa, così come alle norme Sia che si occupano di prevenire le emissioni inutili di luce e applicate in tutta la Svizzera. Suggerimenti che descrivono come rischiarare la notte in maniera efficiente e mirata. Prima regola: illuminare solo dove serve e per il tempo necessario. Seconda: puntare i fari dall’alto verso il basso, evitando che la luce venga diffusa sopra l’orizzonte. Raccomandazioni, appunto, e per questo non vincolanti. E così se per il Cantone i primi risultati positivi iniziano a vedersi (confronta articolo qui sotto), per Klett la via verso un miglioramento sembra ancora lunga. «Va detto che una decina di Comuni ha adottato una legge o un regolamento per gestire la questione sul proprio territorio. Ci sono però anche situazioni al limite dell’assurdo». Prosegue Klett: «Il problema deriva soprattutto dagli impianti privati, con in testa i centri commerciali e i grandi negozi» chiosa il nostro interlocutore. Tutto nella norma comunque, anche perché non esiste una legge che regoli la questione. «Vi sono Comuni che fanno bene in un campo, come l’illuminazione stradale, ma poi sbagliano clamorosamente quando si tratta dell’arredo urbano».

«Nel Bellinzonese, ad esempio, un ente locale ha sostituito i propri lampioni adottando soluzioni ineccepibili, salvo poi optare per delle sfere luminose poco lontano. Conseguenza? Aumento dell’inquinamento». Nel Luganese, rileva ancora Klett, «alcuni lampioni sono stati installati inclinati perché puntati verso il basso non riuscivano a illuminare tutta la strada. Così però non rispettano le raccomandazioni». C’è poi un Comune che, prevedendo di illuminare un lavatoio, ha pubblicamente ammesso che “il risultato finale della ristrutturazione, con la relativa illuminazione, non sarà basata su eccessive analisi illuminotecniche e confronti con le più disparate norme, ma bensì sarà frutto del buon senso”. «Esistono anche enti locali che si danno regole ma non le fanno rispettare – precisa Klett – Sembra quasi sia una volontà politica di farsi belli». Nel frattempo Dark Sky ha lanciato una petizione all’indirizzo della consigliera federale Doris Leuthard. Tema, l’illuminazione a scopo turistico delle Alpi. Una moda quella di rischiarare le cime delle montagne che potrebbe determinare – si legge nel testo dell’appello – la sparizione degli ultimi luoghi bui della Svizzera. Assieme a loro sparirebbe pure lo spettacolo del cielo stellato. Il testo completo è consultabile fino a metà novembre su www.darksky.ch/petizione.

Leggi l’allegato per accedere all’articolo completo.

2014-11-08 La Regione

 

Occhio alla Luce 2014

Cara lettrice, caro lettore,

occhioallaluce-immagine_067quello che abbiamo tanto auspicato si è realizzato: il Tribunale federale si è avvale ora della norma SIA 491, come interprete del consenso degli addetti ai lavori, in caso di dispute per immissioni luminose indesiderate. Con ciò non è più questione: da subito immissioni luminose moleste durante il periodo del riposo notturno (22-6) non devono più essere tollerati se perseguono soltanto fini decorativi o pubblicitari e non servono, per esempio, alla sicurezza degli operai di un cantiere.

Gli abitanti disturbati dalla luce hanno però una chance solo se vivono nel raggio di 100m dalla fonte luminosa. Sarà quindi ancora possibile che un’ampia area industriale possa disturbare senza che nessuno sia legittimato a fare causa. Per questa ragione esorteremo i Comuni ad far notare ai costruttori le norme vigenti. Strategicamente Dark-Sky vuole crescere ulteriormente in modo da non poter essere ignorata nella realizzazione di un progetto di ampio respiro, se vediamo dei problemi.

Comunque sia: le nostre risorse sono limitate e non possiamo soddisfare tutte le aspettative, visto che mettiamo a disposizione il nostro tempo libero gratuitamente. Notiamo però che la nostra consulenza è richiesta e la necessità di agire comprovata.

Guardiamo avanti confidando in nuove risorse. Più di tutto però mi piace lavorare con i fatti. Per questa ragione è stata un’esperienza particolare poter prendere le misure alla mostra opera d’arte nella Bahnhofstrasse di Zurigo con un’attrezzatura da professionista. La città non ha rispettato i valori limite da lei stessa previsti. Tutto questo mostra quanto sia importante il vostro sostegno. Grazie mille!

Il vostro presidente

Occhio alla luce 2014 (pdf)